giovedì 13 luglio 2017

Raddoppio di via di Acilia e sottopasso sulla Colombo: "Congelati 12 milioni di euro"

I cittadini attendono da "oltre vent'anni". Ma per la realizzazione del raddoppio di via di Acilia e del sottopasso sulla via Cristoforo Colombo bisognerà aspettare ancora. La vicenda, finita questa mattina sul tavolo della commissione Urbanistica, presieduta da Donatella Iorio, è legata a doppio filo a quella del vicino complesso immobiliare delle Terrazze del Presidente, oggetto di una complicata storia urbanistica che si è trascinata dagli anni '90 ad oggi.

Il raddoppio di via di Acilia, da via Archiloco alla Colombo, e il sottopasso all'altezza di questa intersezione, utile a ridurre l'impatto del traffico a fronte dello sviluppo urbanistico, "sono cosiddette opere 'a scomputo' che si sarebbero dovute realizzare con gli oneri concessori legati a questa lottizzazione" ha spiegato Iorio. "I lavori sono a cura del proponente del progetto di urbanizzazione, la Eur Servizi Terziari srl".

Una parte dei quasi mille appartamenti delle Terrazze del Presidente sono abitate ma le opere non sono ancora state realizzate. Nel 'pacchetto' sono inserite anche via Usellini e via Menzio, strade che da via di Acilia permettono l'accesso al piano di zona Malafede, che si trova alle spalle delle Terrazze del Presidente. "Queste due strade sono già state parzialmente realizzate, sono aperte al pubblico, ma non sono ancora state collaudate nè acquisite dal Comune" continua la presidente della commissione. 

La vicenda si trascina da anni. "Rispetto alla prima deliberazione del Consiglio Comunale risalente al 1999, agli iter legali legati alla legittimità della prima Concessione urbanistica, alla nuova convenzione siglata nel 2011 con il proponente" spiega Iorio insieme al consigliere M5S Nello Angelucci "a tutt'oggi siamo incagliati su un'ennesima pendenza legale. Infatti, vista la inadempienza del proponente nella realizzazione delle opere a scomputo, Roma Capitale (nel 2015, ndr) ha richiesto l'escussione della fidejussione a garanzia delle menzionate opere, ma il proponente ha fatto ricorso in giudizio".

In ballo ci sono circa 12 milioni di euro destinati proprio a queste opere di mobilità pubblica. La commissione di questa mattina "è stata convocata per capire a che punto siamo ma l'Avvocatura capitolina non è potuta essere presente" ha aggiunto Iorio. Il prossimo passo sarà quindi "inviare una lettera all'Avvocatura per capire quali azioni vanno intraprese per sbloccare questa situazione. Quello che ci rammarica è che, su una vicenda così delicata, da due anni a questa parte la situazione risulti ferma. Questa amministrazione intende sbloccare questo stallo legale-amministrativo"

Intanto, come molte altre strade romane, via di Acilia avrebbe bisogno di manutenzione. Secondo quanto emerso nel corso della commissione, "presenta un manto stradale dissestato con buche e radici che possono rappresentare un grave pericolo per la circolazione stradale. La strada va sistemata ma non vorremmo spendere quei pochi fondi destinati alla manutenzione stradale se poi è destinata al raddoppio". 

In commissione anche una rappresentanza dei cittadini del quadrante: "Ci era stato promesso che a fronte di un simile insediamento avrebbero realizzato queste opere ma sono vent'anni che aspettiamo una risposta". 

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