giovedì 16 marzo 2017

Il ragazzo del tombino

IL CAFFÈ
Il ragazzo del tombino

Per arrivare sui giornali, l’umanità di Luca ha dovuto farsi inghiottire da un tombino. Dei ventenni come lui non si parla mai. Così si finisce per credere che non esistano. Invece Luca è esistito. E ieri, ai funerali nella basilica di Abbiategrasso, più di settecento persone non riuscivano a smettere di ricordarlo. Certo, ha colpito l’assurdità della sua morte: affogato in un tombino mentre tentava di recuperare un mazzo di chiavi. Ma adesso a colpirci è la normalità della sua vita. L’oratorio, il basket, il prossimo. La famiglia semplice, la fidanzata tranquilla, persino una cosa demodé come l’impegno in politica. Dicono che a indurlo a infilarsi in quel tombino sarebbe stato lo scrupolo di non svegliare i genitori. Naturalmente non sapremo mai se risponde al vero, eppure la supposizione viaggiava di bocca in bocca tra coloro che scortavano la sua bara. E che tutti la ritenessero plausibile è la prova di una gentilezza d’animo poco praticata nei santuari dei media, dove i ventenni vengono spesso raffigurati come mostri incomprensibili anche a loro stessi. Luca frequentava il Partito Democratico, chissà se negli ultimi tempi si era scisso anche lui. Ma in un’epoca di ostilità gutturali e grottesche, non è un caso che questo ragazzo mite abbia ricevuto il migliore elogio funebre dai suoi avversari: «A differenza di quello che molti pensano, ci sono ancora tanti ragazzi che sognano, lottano e dedicano tempo alla passione politica. Luca era uno di loro». Firmato: i giovani della Lega Nord.
Giovedì 16 marzo 2017  di Massimo Gramellini

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