martedì 14 marzo 2017

Davide, vita da ventenne che rifiuta lo smartphone: «La radiosveglia, gli sms e niente foto alle ragazze»

Le sue giornate cominciano con la radiosveglia, quella «tradizionale». No, niente funzione sveglia attivata sullo smartphone: Davide Olivieri, friulano di 22 anni, ce l’ha da 6 mesi ma non utilizza nessuna delle sue impostazioni. Per lui lo smartphone è solo un telefonino e come tale lo utilizza: telefonate, sms. E solo perché obbligato dai suoi genitori, che gli hanno regalato il primo cellulare alla fine delle scuole medie per poterlo raggiungere quando non era a casa. Lui ne avrebbe fatto volentieri a meno: «Non mi piace, mi fa sentire controllato. I miei amici sono sempre lì, a guardare lo schermo per paura di perdersi qualcosa: io non voglio vivere così», spiega il giovane.
Nativi digitali
Non è l’unico a pensarla in questo modo. Davide infatti fa parte della Generazione Z, quella dei nati tra la seconda metà degli anni 90 e il 2010. Sono nativi digitali, ma il loro utilizzo di Internet è pieno di contraddizioni. Gli studi rivelano che passano circa 5 ore al giorno online, usano in media 5 device e la loro soglia di attenzione, in Rete, è di 8 secondi. Ma c’è anche una piccola fetta che considera Internet uno spazio da frequentare con moderazione, magari connettendosi la sera dal pc di casa ed evitando lo smartphone. Secondo uno studio realizzato l’anno scorso da Crédoc, cioè il Centro francese di ricerca per lo studio e l’osservazione delle condizioni di vita, la percentuale dei 12-17enni senza smartphone era pari al 7%, contro lo 0% dei 18-24enni. Alcuni non lo hanno per scelta dei genitori, altri lo hanno avuto e poi hanno deciso di privarsene, altri ancora non lo hanno mai voluto. Davide fa parte di questo terzo gruppo: «Ero restio anche ad accettare il telefonino puntualizza —. L’ho fatto solo per tranquillizzare i miei: vado spesso a passeggiare da solo in montagna e loro vogliono essere sicuri di potermi rintracciare».
Mio fratello iperconnesso
A volte, però, gli capita di uscire e di dimenticarlo a casa: «Ci hanno fatto l’abitudine, anche se è difficile: ho un fratello che ha due anni più di me ed è iperconnesso, ha sempre lo smartphone o il tablet in mano». Proprio quello che lui non sopporta. Con gli amici del suo paese (Gradisca, in provincia di Gorizia), i compagni di università (sta per concludere la laurea triennale in Scienze dell’educazione, a Portogruaro) e gli altri membri dei gruppi in cui suona (fa parte di diverse band di musica rock) si sente tramite sms oppure con le classiche telefonate. Quando sono insieme e loro tirano fuori lo smartphone per controllare WhatsApp o pubblicare una foto su Instagram sbuffa: «Faccio notare che è maleducato e che sarebbe meglio si godessero la vita reale, anziché passare il tempo a fissare lo schermo».
Niente social e con le ragazze solo sms
Non che lui non si connetta mai, anzi: lo fa circa una volta al giorno, dal pc di casa. Controlla la mail, sbriga faccende pratiche (controlla gli orari degli uffici, il meteo, le mappe). Niente social: «Non ho nessun account: gli affari degli altri non mi interessano e i miei non voglio condividerli», sottolinea. I suoi amici e la sua famiglia hanno provato a convincerlo, non solo non ci sono riusciti ma non lo hanno neanche incuriosito: «Lo ammetto: non ho mai avuto nemmeno la tentazione di cedere», afferma. Le ragazze? «Mi sento con una che vorrebbe che avessi WhatsApp per potermi mandare delle foto, ma io resisto e ci sentiamo via sms. Poco, perché non mi piacciono gli scambi lunghi: molto meglio vedersi di persona».
Fonte: www.corriere.it

Nessun commento:

Posta un commento

calendario disinfestazione zanzare tigre Z9 PARCHI

                                                                                 ...