martedì 30 giugno 2015

Denise, un anno di calvario solitario dopo essere finita sotto al bus

«Mia figlia, sfregiata a vita da un autobus, non ha mai smesso di lottare. Ma aspetta ancora giustizia». Caroline De Wit racconta fiera ma angosciata il lungo anno di agonia della bella Denise.

La porta aperta e la caduta sotto le ruote
Un sorriso di quelli che aprono il cuore, occhi dolci e forti, una volontà ben al di sopra dei suoi sedici anni. Il 29 aprile 2014 l’incidente che ha segnato per sempre Denise Di Luigi: caduta sotto le ruote dello 06, autobus che collega l’Infernetto alle scuole del territorio alle porte di Ostia. La porta anteriore del mezzo strapieno si spalancò improvvisamente, la studentessa precipitò sull’asfalto e le due tonnellate dell’autobus le schiacciarono il piede sinistro. «Scuoiato», è il termine che usarono i medici. Due mesi di ricovero al San Camillo, l’avampiede amputato, cinque interventi effettuati tra cui quelli di trapianto delle parti di carne strappate (i lembi presi dall’interno cosce), cicatrici e riabilitazione infinita: il calvario di Denise sarà ancora lungo. «Non riesce ancora a poggiare il piede senza plantari o stampelle, dovrà sottoporsi ad altre operazioni – racconta Caroline –. Senza parlare dei dolori allucinanti e il danno psicologico. Mia figlia vede un bus e si sente male, ha gli incubi».

Addio karate, per ora
Spezzata, per ora, anche la carriera agonistica da karateka di Denise, campionessa italiana di categoria: è tornata sul tappeto del tatami almeno ad allenarsi. La mamma e il papà Massimo però sono arrabbiati soprattutto per esser stati lasciati soli e per la lunga strada per la giustizia che li attende. «Io trovo allucinante che dall’assicurazione, dall’Atac ma anche dal Comune di Roma, nessuno si sia mai presentato a chieder scusa. Volevo scrivere una lettera al sindaco per raccontargli di come mia figlia ora, con l’arrivo dell’estate, si vergogna a indossare i sandali per non mostrare il piede sfregiato», descrive Caroline le angosce con cui una sedicenne non dovrebbe mai fare i conti.

«Atac e il conducente ci risarciscano»
Lo scorso 28 maggio, la prima udienza al Tribunale Civile di Roma chiusa con un rinvio. Prossima data: gennaio 2016. «La richiesta di risarcimento danni è rivolta al conducente, all’Atac, alla scuola e Assicurazioni di Roma. In più l’autista dovrà rispondere in sede penale di lesioni gravi», spiega il quadro giudiziario Carlo Dalla Vedova, legale dei Di Luigi, già difensore in un caso giudiziario eclatante, quello di Amanda Knox.

L’ipotesi manomissione
L’avvocato ha provato a ottenere un indennizzo provvisorio almeno per aiutare la famiglia a sostenere le costose spese mediche, ma «visto che le responsabilità dell’autista o un possibile guasto alla porta del bus non sono state ancora accertate, è stato negato». «Come parte offesa ancora non abbiamo accesso alle perizie effettuate, attendiamo la chiusura delle indagini poi vedremo se il pm Dovinola ha scoperto se il blocco-porta a attivo, se è vera la tesi di una manomissione», chiarisce il legale. «È incredibile dover aspettare un altro anno per avere delle risposte», si stupisce Caroline che chiede solo di capire perché sia capitato tutto questo a sua figlia.
Fonte: Romatoday.it

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