venerdì 10 dicembre 2010

Dove vogliamo e pensiamo di arrivare?


Questa volta non vi parlo del nostro quartiere, ma di qualcosa di più grande: l’Italia.
Non se la prendano i pochi lettori fedeli del blog se estendo i  soliti confini di osservazione, ma il tema che affronto mi sta troppo a cuore per evitarlo.

Vorrei confrontarmi con voi sulla situazione che stiamo vivendo in Italia.

Con l’attenzione di NON scivolare in un dibattito politico, poiché non è questo l'intento…..

  • Siete felici dello stile di vita che le NOSTRE SCELTE passate ci stanno offrendo?
  • Vi sentite rappresentati dalla classe dirigente italiana?
  • Partecipate, in modo attivo, ad attività dedicate a far accrescere il “bene comune”? Se si, in che modalità?
  • Che aspettative avete per il futuro?
 Ritengo che impostare una vita puntando esclusivamente sulla furbizia, il materialismo e l’inganno non possa condurre a risultati eticamente validi soprattutto se essi vengono misurati nel lungo periodo.

Noto un’Italia in difficoltà, come d’altronde altri paesi, direte. Ma la cosa che più mi preoccupa nel confronto con altre situazioni simili è l’ipocrisia che l’italiano ostenta da troppo tempo.

Nascondere, pensate sia il modo migliore per affrontare la realtà ? Negare che esistono i problemi può essere una strategia vincente?
L’applicate nella vostra vita privata?

Ritengo che non porti lontano, anzi contribuisca a creare danni enormi.
Questo non significa che bisogna disperare, anzi.
La consapevolezza, misurabile e osservabile, di dove ci si trova è il primo punto, a detta dei manuali di settore, per il raggiungimento degli obiettivi.

Invece vedo che amiamo vivere nelle falsità. Sbaglio?
Spero ci siano sufficienti stimoli per aprire il dibattito….

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