lunedì 11 ottobre 2010

Mense, corsa ad ostacoli per gli sconti. File e caos nei municipi

ROMA (11 ottobre) - Centinaia di telefonate ai centralini degli uffici scolastici dei Municipi, mamma e papà che hanno dovuto prendere un permesso dal lavoro per seguire la pratica e confusione sui moduli da presentare. A scuola iniziata, è ancora caos sulla questione delle mense scolastiche. E molti genitori lamentano l’aumento delle tariffe rispetto lo scorso anno.

Tempi diversi per ogni Municipio. Inizialmente l’Assessorato capitolino alla Scuola aveva stabilito il 30 settembre come data ultima per presentare la dichiarazione Isee che consente di ottenere sconti sul pagamento delle quote mensili nelle scuole materne, elementari e medie. Ma le richieste sono state così tante che è stato necessario prorogare il termine. La comunicazione però, denunciano alcuni Municipi, sarebbe arrivata in ritardo. Alla fine l’assessore alla Scuola Laura Marsilio ha deciso che «ogni Municipio, in base alle singole esigenze e al numero di giorni di apertura al pubblico potesse fissare le scadenze». Succede così che ogni Municipio abbia una propria scadenza: 14 per il IX e 15 per il II e V, e 29 ottobre per il IX, XIII, XVI, XIX e XX. «C’è stata molta confusione - osserva il presidente del XV municipio, Gianni Paris - e agli uffici municipali non sono arrivate comunicazioni ufficiali. Nel nostro caso, abbiamo deciso la proroga al 20 ottobre con una determinazione dei dirigenti municipali».

Reddito, quote, moduli e confusione. La nuova rimodulazione delle quote prevede l’esenzione per redditi annui, in base al modello Isee, fino a 5.165 euro, e diversi importi da 30 a 43 euro mensili per 5 pasti settimanali per i redditi da 5.165 euro a 15.000 euro, da 43 a 50 euro (da 15.000 a 25.000), da 50 a 55 euro (da 25.000 a 30.000), fino a un massimo di 80 euro per redditi superiori ai 45mila euro. Inoltre, chi vuole pagare una quota ridotta dovrà dichiarare, tra i vari punti, di non essere proprietario di imbarcazioni, auto di lusso, indicare eventuali spese onerose sostenute. Una mole di informazioni che hanno gettato nel caos i genitori. Dove si trovano i moduli? Come si compilano? «Telefoni sempre bollenti per le richieste di informazioni da parte di tantissimi genitori», fanno sapere ad esempio dall’ufficio Scuola di VII, X e XIX Municipio. «Ogni cambiamento - spiega la Marsilio - comporta dei disagi, la rimodulazione delle tariffe è contenuta e salvaguarda soprattutto le fasce medio basse, sui disagi farò delle verifiche, comunque i municipi hanno la facoltà prorogare i termini della scadenza, anche oltre il 31 ottobre».

I genitori: mensa troppo costosa. La quota mensile che i genitori dovranno versare varia dai 30 agli 80 euro mensili per ogni figlio. Se lo scorso anno infatti tutti quelli che avevano un reddito superiore ai 12mila euro pagavano 41,32 euro, oggi la quota può arrivare anche a 80 euro. «Considerando il disagio in cui versano molte famiglie - dice Donatella Poselli, presidente dell’Unione Italiana Genitori - anche un piccolo aumento può essere dannoso, la mensa dovrebbe essere considerata quasi un servizio sociale, sarebbe stato meglio aumentare le tariffe di altri servizi e non di quelle relative ai pasti». Secondo la Poselli bisogna considerare anche «altri costi che le famiglie devono sopportare, come quello del servizio pre-scolastico, utile per i genitori che iniziano a lavorare alle 8 e che in media costa dai 15 ai 20 euro al mese».

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