Diciassette anni di reclusione per Aldo Papalini, ex direttore dell'ufficio tecnico dell'allora XIII Municipio e undici anni e mezzo per Armando Spada. Sono le richieste di condanna avanzate dal pubblico ministero Mario Palazzi nell'ambito del processo sulla gestione delle spiagge di Ostia e di appalti pubblici sul lungomare a partire dal 2012.
Anche altre cinque imputati rischiano condanne che vanno dagli 8 anni e mezzo sollecitati per il luogotenente della Marina Militare Cosimo Appeso, ai sei anni e mezzo chiesti per Ferdinando Colloca. Cinque anni e mezzo sono stati invece richiesti per Damiano Facioni, consigliere della società "Bluedream srl" e per Matilde Magno. Per l'imprenditore Angelo Salzano, il pm ha invece chiesto un anno e mezzo di reclusione.
I reati contestati, a seconda delle singole posizioni, sono "abuso d'ufficio, turbativa d'asta, falso ideologico, concussione e corruzione" ed anche in alcuni casi è ipotizzata "l'aggravante del metodo mafioso". Il Campidoglio e la Regione Lazio hanno chiesto un risarcimento dei danni.
L'affidamento della gestione dello stabilimento balneare 'Orsa Maggiore' è una delle questioni al centro del processo. Prima era assegnato al Cral dell'Ente Poste, poi Papalini secondo quanto detto dal pm Palazzi "ha disposto dapprima la revoca e la decadenza della concessione per poi riaffidarla immediatamente ad altro operatore, individuato attraverso una procedura ad evidenza pubblica, in appena 5 giorni, ad una società costruita quasi sul momento".
Per questa vicenda, Papalini, Spada e Appeso erano finiti in carcere, mentre per gli altri erano stati disposti gli arresti domiciliari. I legali della Regione Lazio e del Comune di Roma hanno spiegato: "Le azioni di questi clan creano un forte pregiudizio per il sistema economico locale e determinano uno stato di incertezza, insicurezza e di scetticismo nei cittadini di fronte all'agire della pubblica amministrazione".
Fonte: Ostiatoday.it
Nessun commento:
Posta un commento