sabato 16 settembre 2017

Nuvola di Fuksas, Eur spa deve pagare altri 53 milioni di euro

Per una volta non è colpa della burocrazia. Il solito sospetto a cui si aggrappava Eur Spa per sfuggire a 54 milioni di extra costi nella realizzazione del nuovo centro congressi, la Nuvola di Fuksas già catalizzatrice di mille e una polemica, è, almeno in questo caso, innocente. Lo scrivono con una parola definitiva che sa di anticipo di condanna i periti del tribunale civile a cui si è rivolta la società Condotte D’Acqua Spa, che ha eseguito i lavori: se i costi sono lievitati la colpa è solo delle variabili necessarie a un progetto nato sbagliato. E davvero magra è la consolazione che l’aggravio per le casse della società pubblica (90% ministero del Tesoro, 10% Campidoglio) sia stato limato verso il basso a 53 milioni 292 mila e 969 euro (e 68 centesimi), interessi inclusi rispetto alla richiesta iniziale. Il costo totale per l’intera opera è così di oltre 406 milioni.

La cifra extra di partenza chiesta da Condotte ad Eur spa era in realtà molto più alta: 202 milioni di euro. I periti si erano espressi in via provvisoria a fine maggio riconoscendole ragione su poco più di un quarto della somma (54 milioni appunto). I consulenti delle controparti hanno poi presentato le loro valutazioni su questa stima e ieri è stata depositata la parola definitiva che, fatta salva l’autonoma valutazione della corte, si trasformerà a breve in sentenza. E, insieme alla somma extra, sulla storia della controversa opera peseranno le motivazioni che di fatto riconoscono l’errore iniziale di progettazione. I tre anni di ritardo con cui ad ottobre scorso è stata consegnata l’opera sono infatti il cuore del contenzioso. E questi tre anni Eur spa puntava a scaricarli sulla lunghezza delle procedure autorizzative. Il ragionamento dei consulenti è estremamente tecnico ma si può riassumere così: il Nuovo centro congressi è nato vecchio, ossia non adeguato agli standard internazionali per manufatti di questo tipo.

Dunque sono state necessarie le modifiche da una divisione «a compartimenti» a una «a moduli» (con conseguenti ricadute su impianti tecnologici di sicurezza, isolanti acustici e termici etc.) che ha impegnato per le valutazioni del caso la giunta Alemanno e quella Marino. Scrivono i tecnici interpellati dal tribunale: «L’imputabilità della responsabilità dell’anomalo andamento e anomalo prolungamento dei lavori è attribuita alla stazione appaltante Eur spa». Quanto invece alla «variabile tempo di anomalo prolungamento della durata di esecuzione dei lavori» la stazione appaltante va invece ritenuta responsabile per due terzi di questi ritardi. Da sola questa voce pesa per oltre 21 milioni di euro, il resto è frammentato in altre 30 voci. La Nuvola, consegnata «chiavi in mano» con una spesa di 353 milioni di euro ne arriva così a costare 406.

O forse no. I periti non si sono infatti espressi sull’ultimo e più clamoroso punto di contesa, ossia lo sconfinamento del perimetro del Centro congressi di circa due metri su viale Europa. I «recenti rinvenimenti», come viene definito l’errore, sono successivi al conferimento del mandato ai tecnici e dunque non possono rientrare in questa valutazione. Quanto basta per non poter considerare chiusa la storia infinita della costosissima Nuvola.

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