domenica 17 settembre 2017

Conciliazione famiglia-lavoro: i 110 milioni per le aziende che puntano su nidi, part time, lavoro agile e welfare

Le misure di conciliazione famiglia-lavoro convengono. E non solo ai dipendenti. Con il decreto appena firmato dai ministri dell’Economia e del Lavoro anche le aziende hanno vantaggi. In moneta sonante. Sotto forma di sgravi sui contributi da pagare all’Inps. Il terzo a guadagnarci è il sindacato. Che rafforza il proprio ruolo. Perché gli sgravi contributivi finiscono nelle tasche delle imprese solo se a monte c’è un accordo con i rappresentanti dei lavoratori.

A disposizione delle imprese virtuose ci sono 110 milioni di euro divisi su due anni. Può accedere ai fondi per il 2017 chi fa domanda presentando il proprio accordo aziendale in materia di conciliazione entro il 15 novembre. Per il 2018 le domande vanno presentate entro il 31 agosto 2018. Le misure agevolate sono divise in tre categorie. Della prima – interventi per la genitorialità – fanno parte la creazione di nidi e spazi gioco, i percorsi formativi per favorire il rientro dal congedo, i buoni per l’acquisto di servizi di baby sitting, l’allungamento e la maggiore retribuzione del congedo parentale (oggi sei mesi pagati al 30 per cento per le donne, fino a cinque mese sempre pagati al 30% per gli uomini). Poi c’è la possibilità di aumentare il congedo di paternità obbligatorio definito dalla legge in due giorni per il 2017 e in quattro nel 2018. In pratica, potrebbero essere le aziende stesse ad avvicinare il congedo dei papà ai 15 giorni stabiliti da un testo di legge fermo in parlamento.

Il decreto agevola poi la “flessibilità organizzativa”. Quindi il lavoro agile, gli orari flessibili in ingresso o in uscita, il part time, la banca delle ore, la cessione solidale di permessi. Per finire, anche il welfare aziendale vale al fine dell’accesso ai fondi. Parliamo di convenzioni per la messa a disposizione di servizi che aiutano a risparmiare tempo (dal disbrigo delle bollette alla lavanderia) e poi convenzioni con strutture per i servizi di cura e buoni per l’acquisto di servizi di cura. Due voci che fanno pensare a un supporto a chi deve assistere anziani e non solo figli piccoli.

Da notare: molte delle misure citate dal decreto consentono anche l’accesso alla detassazione dei premi di produttività (cedolare secca al 10% o tassazione nulla in caso il premio sia pagato in welfare). Come dire: fai un accordo, prendi due agevolazioni. Il sindacato confederale è comprensibilmente soddisfatto. “Questo decreto è stato molto sollecitato da Cgil, Cisl e Uil e offre strumenti importanti di supporto alla genitorialità attraverso la contrattazione. Andrà verificata attraverso il monitoraggio che speriamo partecipato la sua portata concreta», dice il segretario della Cisl Gigi Petteni.

Alcuni punti restano comunque da chiarire (fondamentale sarà la circolare applicativa dell’Inps). Il timore di qualcuno (anche nel sindacato) è che alla fine siano privilegiate le grandi aziende che avevano già attuato misure per la conciliazione nel 2017 senza bisogno di incentivi. Anche perché il 20% delle risorse sarà suddiviso equamente tra le aziende che hanno fatto richiesta ma il restante 80% sarà proporzionato al numero dei dipendenti. In generale, comunque il beneficio per l’azienda non può essere superiore al 5% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali dichiarata dall’impresa. Un aiuto alle piccole potrebbe essere la stipula di accordi territoriali prêt à porter. Adatti a essere recepiti di micro e piccole imprese.
Fonte: http://27esimaora.corriere.it/

Nessun commento:

Posta un commento

calendario disinfestazione zanzare tigre Z9 PARCHI

                                                                                 ...