domenica 14 ottobre 2012

Allerta maltempo, tra Ostia e Infernetto via alle ronde per sorvegliare i canali


Terrorizzati dai nubifragi ed, ora, a far paura sono anche le trombe d’aria. I residenti del XIII Municipio di Roma (Ostia e dintorni) vivono nell’angoscia e ricorrono alle «ronde anti-alluvione». Quando hai visto una marea di fango sommergere case e auto, mettere a rischio la vita della tua famiglia, dormire diventa impossibile. Ogni tuono, ogni nuvola scura, si trasformano in messaggeri di sventure, di visioni apocalittiche che non vorresti più rivivere.
Un canale prossimo ad esondare all' Infernetto (Faraglia) Un canale prossimo ad esondare all' Infernetto (Faraglia)
LA TRAGEDIA DI SARANGA - Si chiama «ombrofobia», significa paura della pioggia, psicosi comune se vivi nel municipio capitolino, dove il rischio idrogeologico è il più alto. Con terrore si guarda al cielo da quando il 20 ottobre del 2011, un nubifragio, violento mai come allora, paralizzò interi quartieri, sventrò abitazioni e spezzò una vita: Saranga Perera, un cingalese eroe per forza, che salvò la sua famiglia per poi affogare nella casa-scantinato all’Infernetto. Una tragedia che poteva e potrebbe toccare a chiunque. La veglia resta allora l’unica alternativa.
SMS DAI CANALI DI BONIFICA – Non serve l’allerta meteo, diramata in queste ore sul litorale romano, per buttare giù dal letto i cittadini. La task force fai-da-te è già rodata e pronta da giorni. Ci si organizza tra vicini di casa, con turni stabiliti quasi con naturalezza, per monitorare il nemico numero uno: fossi e canali del territorio, i serpentoni di cemento che scorrono tra le ville, da cui eruttò il fiume nero di detriti e fango.
IL PALOCCO SORVEGLIATO SPECIALE - All’Infernetto il sorvegliato speciale viene chiamato Canale Palocco: una ferita aperta nel cuore del quartiere che si porta dietro un carico d’acqua enorme, da Dragona, Acilia e Casalpalocco, fin sotto la casa del giovane cuoco 31enne. Qui l’allarme in queste ore non è arrivato attraverso i canali ufficiali, ma con il passa-parola tra gli abitanti. Uniti nella tragedia come nella solitudine del post-alluvione.
Tromba d'aria
Tromba d'aria    Tromba d'aria    Tromba d'aria    Tromba d'aria    Tromba d'aria

«NON DORMITE A CASA» – Nessun intervento di messa in sicurezza (serio) è stato ancora realizzato nella «zona della morte», un reticolo di casupole strette tra via Alaleona e via Pinelli. Il Canale Palocco esondò perché un argine era più basso dell’altro, riempito oltre i suoi limiti dall’acqua dei canali influenti, come quello denominato L, che scorre accanto la casa di Saranga. «Siamo tutti in agitazione per l’allerta – racconta la signora Livia, una dei tanti residenti che si è ritrovata nel 2011 con la casa allagata – anche perché nessuno ci dice cosa dobbiamo fare. Ieri (12 ottobre, ndr), ho incontrato alcuni tecnici che monitoravano la zona insieme alla Protezione Civile. Ho chiesto loro come intendessero procedere nelle prossime concitate ore. Mi sono sentita rispondere che lunedì notte avremmo fatto meglio a non dormire nelle nostre case, poiché all’alba di martedì è prevista una perturbazione persino peggiore di quella di un anno fa».
Ottobre 2011, l'alluvione a CasalbernocchiOttobre 2011, l'alluvione a Casalbernocchi
ALLARME E SGOMENTO – Di fronte al «consiglio» informale, Livia è rimasta sotto shock poi ha reagito iniziando a bussare ad ogni porta, allertando i vicini di casa. Nessuno però ha intenzione di lasciare le proprie case, dopo aver speso migliaia di euro per riparare i danni provocati dall’alluvione di un anno fa. Faranno la guardia, come sempre. Appostati sugli argini dei canali, a controllare i livelli dell’acqua. A pochi chilometri di distanza, c’è Punta Malafede, rione di Casalbernocchi, entroterra di Ostia. E’ una valle chiusa tra due colline. Ricorda un po’ il Vajiont per quello che è successo nel 2011: il fiume di fango, alto quasi due metri, scese dalle montagnole, riempì i primi piani, trascinò decine di auto a valle. Il giorno dopo il nubifragio si potevano incrociare cataste di mobili infangati fuori dalle case.
Il seminterrato dove morì PereraIl seminterrato dove morì Perera
DI VEDETTA LUNGO GLI ARGINI – Due milioni di euro in somma urgenza sono stati spesi a Casalbernocchi: uno per intubare il Fosso Fontanile che scorre tra le case, l’altro per creare a monte delle barriere e rallentare il corso d’acqua. Tutto fatto sempre dopo l’ennesima alluvione. Lavori inutili se non si mette in sicurezza la collina sovrastante che presenta già diverse fratture, pronte a portare a valle il loro carico di rifiuti. Ci vuole più di un’ora di camminata per controllare tutto il fosso.
I cittadini riuniti nel Comitato Punta Malafede, la ronda in salita se la fanno ormai una volta a settimana. «Dobbiamo proteggere le nostre famiglie, – spiega semplicemente Daniele Dolfini, come se questo compito spettasse a loro – controllare che il canale sia libero da detriti, in modo che l’acqua defluisca in modo naturale. Appena piove siamo sugli argini. E chi dorme? Nei prossimi giorni saremo alla nostra solita postazione». Truppe cittadine, armate solo di calosce e cellulari per dare l'allarme.
Allagamenti a Ostia (foto Faraglia)Allagamenti a Ostia (foto Faraglia)
STANZIATI 900 MILA EURO – Novecentomila euro: questo è il fondo stanziato dalla Regione Lazio per i canali del XIII Municipio. «Questione di giorni e parte la messa in sicurezza del Canale Palocco: – annuncia Dario Matturro, direttore del Consorzio di Bonifica Tevere e Agro Romano – verrà realizzato un muro di cemento sulla sponda più bassa, da cui esondò il fosso. Costerà circa 200 mila euro, gli altri soldi serviranno per cantieri su alcuni canali minori. Il problema però resta: la rete dei canali è satura, serve un progetto di ampia portata per ricalibrarli tutti, ovvero allargarli e rinforzarli». Intanto già nelle prime ore di domenica, però, saranno posizionati decine di sacchi di sabbia sull’argine a rischio del Palocco.
URAGANO SUL MARE – Questa volta il vortice di vento e pioggia se ne è rimasto al largo del lungomare di ponente. Sono stati in tanti tra i cittadini ad ammirare la tromba d’aria che la mattina del 13 ottobre, ha dato spettacolo intorno a mezzogiorno di fronte le spiagge di Ostia. Ha tenuto con il fiato sospeso la città per mezzora poi si è dissolta nel violento temporale abbattutosi sul litorale. Il 26 agosto scorso era andata peggio: il tornado aveva impattato contro i cantieri nautici del Porto Turistico di Roma, sollevando dall’acqua decine di imbarcazioni e scaraventandole sulla terra. Danni per migliaia di euro tra Ostia e Fiumicino. La pioggia torna a far paura.
Fonte: Corriere.it

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