martedì 29 gennaio 2013

Allarme cemento all'Axa-Infernetto «Vogliono costruire 15 ettari di case»

Cemento che cola su aree a rischio idrogeologico. Dove i consorzi di bonifica lanciano l’allarme da anni: se si costruisce ancora, i canali esondano e qui affonda tutto. E nel XIII Municipio di Roma, già si è contata la prima vittima post-nubifragio, mentre ad ogni pioggia aumentano i danni per residenti e abitazioni. E raddoppiano le voragini sulle strade. Eppure, non solo si approvano progetti edilizi in continuazione (di gru e ruspe è pieno il territorio), ma si lasciano cadere sui quartieri tra Ostia e l’entroterra, persino cubature traslocate da altri municipi. È il caso del Programma di Trasformazione Urbanistica denominato «Piccola Palocco», proposta di deliberazione della Giunta Alemanno 31/2007: in gergo, si chiamano compensazioni urbanistiche, pezzi di cemento che sarebbero dovuti sorgere a Casal Giudeo e Ponte Fusano. Il Campidoglio ha acquisito quelle aree da destinare a servizi pubblici, cedendo ai privati, in cambio, una certa quantità di edificabilità in altre zone.
Oltre 150mila metri quadrati spalmati su 15 ettari, palazzine di 4-5 piani per poco più di 1500 nuovi abitanti, che nasceranno a ridosso dei quartieri residenziali di Axa e Casalpalocco. Zona (oggi) verde, piena di pini, situata tra via dei Pescatori e via Stesicoro: tecnicamente, secondo Piano Regolatore capitolino, area destinata a «verde privato attrezzato», su cui la percentuale di cemento deve essere minima. L’escamotage delle compensazioni però trasforma ciò che aveva minor impatto ambientale e lo moltiplica. E per interi quartieri è scattata la rivolta. Quei mattoni non li vuole nessuno e per vari motivi. Già dal marzo 2010, la mobilitazione popolare era iniziata con la petizione promossa dall'allora consigliere dei Verdi, Tonino Ricci, oggi Idv.
«L’area è già super-urbanizzata – spiegano Vittorio Salvatore e Franco Trane, dei comitati di quartiere Axa Sicura e Palocco – portare in questa ultima zona verde ulteriori palazzine, significherebbe il collasso sia dal punto di vista delle fognature che della viabilità». I 15 ettari da edificare sorgono tra Cristoforo Colombo e via del Mare, tra le strade più pericolose d’Italia, già perennemente intasate dalle code di auto. I comitati anti-cementificazione, annuncia Leandro Aglieri di Rinnovamento Palocco, sono già pronti ad ogni azione per bloccare le ruspe, anche una catena umana a protezione dell’area verde. «I tempi per bloccare il progetto ormai sono agli sgoccioli: la delibera è sul tavolo del consiglio capitolino in queste ore. si parla di una riduzione di cubature, ma i problemi restano. Saremo in aula per far sentire le nostre voci», annuncia Anna Lucia Nicosia di Palocconline.
Quartiere che vai, cemento che trovi. Come all’Infernetto, area urbana del Tredicesimo dove morì, nell'alluvione del 20 ottobre 2011, il giovane papà cingalese Saranga Perera, affogato nella sua casa-scantinato. Lì dovrebbero sbarcare 200mila metri cubi. Circa 700 appartamenti, oltre duemila abitanti in più, per un progetto edilizio a firma di Parsitalia, gruppo riconducibile alla famiglia di costruttori romani Parnasi. Anche qui si è usata la formula delle compensazioni, volumetrie giunte da Monte Arsiccio e Tor Marancia. L’area su cui si vorrebbe costruire è chiamata Macchia del Guerrino, uno degli ultimi pezzi verdi interni al quartiere, a due passi dalla Tenuta del Presidente della Repubblica di Castelporziano, tra via Ferrari e via Cilea. In questo caso il via libera lo ha dato invece il consiglio del XIII Municipio di Roma a novembre 2010: costruzioni sì, ma in cambio di opere pubbliche fondamentali. In primis un sottopasso pedonale sulla Colombo, più viabilità aggiuntiva e quattro scuole.
Lo scorso dicembre però i costruttori, con la superficie edificabile diminuita, perché da cedere per servizi pubblici di livello urbano all'amministrazione capitolina, si son fatti i conti e ovviamente hanno ridotto la loro quota di opere pubbliche. Niente sottopasso, complanari sulla Colombo e scuole. Trattativa insomma da ricominciare tra il Municipio e i privati. «Vorremmo conoscere i dettagli delle nuove edificazioni, – spiega Giosuè Mirizio del locale comitato Infernetto Sicuro – senza strade o fognature, qui si rischia di paralizzare l’area». «Avevamo approvato il progetto con altre finalità, ora dovrà essere rivalutato per non far arrivare cemento senza opere utili ai cittadini», sottolinea Pierfrancesco Marchesi, consigliere Pdl del XIII.
Fonte: CorrireRoma.it

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