lunedì 10 dicembre 2012

Enrico Brignano è tutto suo padre: «Vi racconto la mia Dragona»

«Io sono di Dragona. Dragona - Acilia stanno, diciamo, a due chilometri di distanza l’una dall'altra. Eppure quando avevo dieci- dodici anni, per noi di Dragona prendere l’autobus per andare ad Acilia era una cosa eccitante, un’avventura. Quando uno diceva: devo annà a ’na festa a Acilia, bé, lo vedevamo come se partisse per Dubai...».
Enrico Brignano, che giovedì debutta al Gran Teatro con lo spettacolo "Tutto suo padre... e un po’ sua madre" (fino al 23 e poi dal 26 al 31 dicembre) ha inaugurato ieri sera ad Acilia il restaurato teatro locale. Lo spazio è nato a nuova vita grazie al ricavato di un’asta di solidarietà promossa da Vocazione Roma, associazione di giovani imprenditori, professionisti e creativi che hanno raccolto 50.000 euro in un’unica serata per la ristrutturazione della sala coperta all'interno del Centro di formazione giovanile Madonna di Loreto-Casa della pace.

Ad un anno esatto dall’asta, il teatro è stato completato e inaugurato, con uno spettacolo d’arte varia al quale ha partecipato l’attore. «Ho preparato una letterina di Natale, semplice semplice - racconta Enrico -, per ricordare Acilia come luogo della fantasia. Titolo: Cadono fiocchi di neve. Ci ho messo memoria, memorie e tenerezza vera. Da ragazzetti guardavamo con ammirazione quelli che - lo commentavano tra loro gli adulti - s’erano sposati ed erano andati ad abitare ad Acilia. Il tempo passa banalmente in fretta, ma certi momenti, certe frasi, certe facce non si dimenticano. Anche nel mio spettacolo, che ho rimesso in prova, c’è una buona parte di amarcord. Ci sono mia padre e mia madre al tempo del loro matrimonio, le biciclette, i cartelli attaccati dagli ufficiali giudiziari sulle case abusive di Dragona. Un mondo che sembra lontanissimo e invece è ancora (almeno nei cuori di chi l’ha vissuto) dietro l’angolo...».

L’idea dell’asta è nata da Art! (l’Arte Recupera un Teatro) e dall'incontro di Vocazione Roma con una realtà della Capitale che aveva bisogno di aiuto. Ha collaborato la Provincia. Molti artisti hanno donato loro opere da battere all'incanto e la partecipazione del pubblico è stata generosa ed entusiastica.
Commenta Elisabetta Maggini, presidente del gruppo organizzatore: «Questa è una storia che va raccontata a partire dal titolo che abbiamo scelto per l’iniziativa: Art! Che non è solo un acronimo, ma anche un grido da lanciare alla città per ribadire quanto sia vantaggioso scommettere sull'arte e sulla cultura e convergere su progetti comuni. Creare nuove sinergie per migliorare la città è la principale sfida della nostra associazione».

Brignano continua invece a volare con le ali del ricordo: «Io mi ricordo Acilia a cavallo degli anni Sessanta-Settanta, perché non sono proprio vecchio…, una borgata lasciata un po’ a se stessa, tormentata, come Dragona, dall'abusivismo.  Ne parlavo prima. Quella era l’epoca del posto fisso, dell’impiego statale e delle famose parole: «Caro mio, adesso sei sistemato, hai il posto fisso, stai bene per tutta la vita». Ora invece il posto fisso è una specie di punizione divina, perché con quello che guadagni di stipendio alla fine del mese, dove vai? A parte il lato economico, nelle borgate di allora non c’era l’ambizione di arrivare chissà dove. Le cose sono cambiate, molto cambiate. Resta la poesia».
Fonte: IlMessaggero.it

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