venerdì 21 dicembre 2012

Discarica Malagrotta, un anno buttato! Ennesimo sberleffo ai cittadini

Corcolle, Monte Carnevale, Pizzo del Prete, Quadro Alto, Monti dell'Ortaccio. Differenziata, talquale, trattamento, valorizzazione, Pecoraro, Sottile, straordinari commissari, Cerroni monopolista, blocchi stradali, discariche & bambini, rifiuti all'estero, asta deserta, infrazione europea... Frullate tutto questo e otterrete una crema densa, che si chiama: proroga per Malagrotta! Sì, è successo un'altra volta.
Adesso è troppo facile elencare qualche frase con accanto la data. A caso: 30 dicembre 2011, Renata Polverini, presidente della Regione (il prefetto e commissario straordinario Pecoraro ha appena firmato sei mesi di proroga): «Sei mesi di proroga potrebbero essere troppi, Malagrotta potrebbe chiudere prima del 30 giugno 2012». Ventotto novembre 2011, Gianni Alemanno, sindaco di Roma: «Entro il 2012 abbiamo l'impegno con l'Europa per far scomparire il conferimento del rifiuto in discarica». Ventotto giugno 2012, Manlio Cerroni, proprietario di Malagrotta (il prefetto e commissario straordinario Sottile ha appena firmato una proroga di sei mesi per Malagrotta): «A Malagrotta c'è spazio solo fino a fine 2012». Trenta dicembre 2011, Vanessa Ranieri, Wwf: «Come un orologio svizzero alla fine di dicembre, da undici anni, viene scongiurata la crisi con una banale e dannosa proroga».
L'orologio svizzero sta per fare regolarmente cucù anche alla fine di quest'anno; la collina di Malagrotta, che non è di terra, ma di rifiuti gettati dai romani, continuerà a crescere. L'ennesimo sberleffo ai cittadini che abitano nei dintorni. Malagrotta sta là da più di quarant'anni, la città di Roma, capitale di un Paese altamente industrializzato, ha affidato la sua raccolta di rifiuti a una sola ditta, a un solo uomo. Per più di quarant'anni nessuno si è preoccupato di fare un piano che preparasse la città al futuro, perché è chiaro che il problema dei rifiuti va risolto con il massimo riciclo, altrimenti ne saremo tutti sommersi. In molte parti del mondo ci si è attrezzati. L'Unione europea (che dal 2007 ci ha intimato di chiudere Malagrotta) ha emanato direttive sui rifiuti: se applicate, permetterebbero perfino guadagni e creazione di posti di lavoro.
Ora assistiamo a polemiche fra Regione, Provincia e Comune su chi abbia la colpa della nuova proroga, ma soltanto perché le elezioni sono alle porte. I rifiuti come pretesto, non come terreno chiave dell'amministrazione pubblica. Ma c'è qualcuno delle decine di amministratori locali degli ultimi decenni che abbia coraggio e onestà per dire: su questo terreno abbiamo fallito? Perché la politica deve essere anche soluzione dei problemi complessi, non solo tattiche, alleanze, spesa del denaro di tutti.
Qui d'altronde, per parlare solo di fatti recenti, abbiamo nella memoria le cene di Fiorito e il rinvio a giudizio per 882 assunzioni irregolari di Franco Panzironi, amministratore delegato dell'Ama, proprio l'azienda che dovrebbe occuparsi della nostra mondezza.
Fonte: roma.Corriere.it

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