mercoledì 12 dicembre 2012

Allarme erosione, mareggiate e vento distruggono la spiaggia di Capocotta


C’era una volta un luogo dove i ragazzi si riunivano intorno a un falò a festeggiare la vita. Un posto dove i poeti della beat generation, Allen Ginsberg e Lawrence Ferlinghetti, nel lontano ‘79 declamavano poesie sotto il cielo stellato. Dove poteva capitare di incontrare, ai rave party o ai raduni reggae, vip e trans, finanzieri e dj della Roma più chic. Capocotta era questo e molto di più. Una manciata di chilometri di dune mediterranee e bianche spiagge a due passi da Ostia, area ambientale protetta fin da quando, nel 1996, fu inserita nella Riserva naturale statale del litorale romano e dichiarata Sic, sito di interesse comunitario. Trasgressione e pace, libertà e bellezze naturali. Gli eccessi e quindi i divieti hanno un po’ imborghesito la zona, ogni estate meta prediletta per migliaia di romani e turisti che, messi all’angolo dalla crisi, prendono d’assalto questa fetta di spiagge libere della Capitale. Il rischio però è che il paradiso low-cost di Roma sparisca presto.
La spiaggia devastata dalle mareggiate (Proto)La spiaggia devastata dalle mareggiate (Proto)
ALLARME EROSIONE - Il mare e il vento stanno spazzando via l’oasi naturale di Capocotta. Le burrasche che si stanno abbattendo, mai violente come nel 2012, sul litorale romano, stanno portando via, metro dopo metro, le spiagge che sorgono a ridosso della via Litoranea. Le raffiche di vento sferzano quotidianamente la costa, portando le onde a distruggere qualunque cosa incontrino sul loro cammino. Passerelle, strutture in legno e torrette dei bagnini sono state le prime «vittime» delle tempeste. Ma ora le mareggiate minacciano gli storici chioschi e ristoranti, Mec’s, Zagaia, Settimo Cielo, Porto di Enea. All’Oasi naturista di Capocotta ormai, i titolari stanno perdendo la loro battaglia contro il mare.
Passerelle distrutte (Proto)Passerelle distrutte (Proto)
RISCHIO CEDIMENTI - Palizzate in legno per frenare onde alte due metri, cumuli di sabbia messi a protezione del ristorante: lo scenario all’Oasi naturista è di devastazione totale. All’epoca della giunta Rutelli, qui nacque la prima spiaggia nudista di Italia. La frequentano da sempre famigliole e aficionados della tintarella integrale. Uno stile di vita in armonia con la natura, niente esibizionismo o voyeurismo. Per godersi il sole appieno, ci vengono da tutta Italia e non solo
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Capocotta
Capocotta    Capocotta    Capocotta    Capocotta    Capocotta

«QUI CROLLA TUTTO» - Sui siti di viaggio trovi turisti di mezzo mondo che chiedono indicazioni stradali per arrivare dalla Capitale a questo paradiso di sabbia riservato ai naturisti. «Sono settimane che tentiamo di tamponare l’emergenza ma non ce la facciamo più - racconta ormai sconfortato Alessandro Lauri, titolare da una vita, insieme alla moglie Veronica, del chiosco-ristorante dell’Oasi naturista - Qui crolla tutto da un momento all’altro e ci porta via l’attività di famiglia. Capocotta ormai è morta».
L'ingresso all'Oasi di Capocotta (Proto)L'ingresso all'Oasi di Capocotta (Proto)
ADDIO OASI - Tra i 50 e i 100 metri di arenile se ne sono già andati: il mare ormai sfiora la macchia mediterranea. «Nel giro di pochi anni qui spariranno le dune, sono già ridotte ai minimi termini, massacrate dall’erosione - spiega Angelo Battaglia, gestore de Il porto di Enea, nonché presidente Fiba Roma – Ogni anno subiamo danni gravissimi per le mareggiate. Siamo preoccupati per le nostre strutture, ma sinceramente anche per questa splendida area naturale. Noi offriamo servizi ai bagnanti che però rischiano di tornare la prossima estate e non trovare più le spiagge».
L'erosione divora le spiagge di Capocotta L'erosione divora le spiagge di Capocotta
SCOGLIERE O RIPASCIMENTO - Il paragone con gli interventi compiuti a Ostia per la difesa della costa è complicato ma evidente. Scogliere o ripascimento, qui stridono con la necessità di proteggere un’area protetta. «Ma qualcosa deve essere fatto comunque - sottolinea Claudio Presutti, presidente del Consorzio Capocotta Cinque Spiagge - Stiamo parlando di un patrimonio comunale inestimabile, un patrimonio pubblico, di tutti i cittadini, che potrebbero goderselo ancora per poco senza le tutele necessarie. Da anni chiediamo che Capocotta venga inserita nell’Osservatorio regionale per i litorali, in modo da poter prevedere interventi a difesa della costa anche per questa zona di enorme pregio ambientale». Il rischio è che scompaia così, nel silenzio che la avvolge, un pezzo di Roma. Un frammento di natura e storia della Capitale, famoso in tutto il mondo.
Fonte: roma.corriere.it

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