venerdì 21 dicembre 2018

Plastica monouso, stop a cotton-fioc, piatti e posate dal 2021: l’accordo in Europa

Addio a cotton-fioc, ma anche posate, piatti, cannucce. Insomma, tutti i prodotti monouso di plastica – e in tutto sono dieci quelli che rappresentano il 70 per cento dell’inquinamento delle spiagge e degli oceani – saranno vietati nell'Unione europea, verosimilmente dal 2021. In più le bottiglie in Pet dovranno essere fatte per il 25 per cento da materiale riciclato dal 2025, percentuale che sale al 30 per cento dal 2030. E viene fissato anche un obiettivo di raccolta delle bottiglie di plastica del 90 per cento entro il 2029. Dopo mesi di negoziati e la relazione del Parlamento europeo di ottobre è stato infatti raggiunto l’accordo con il Consiglio, dopo che la Commissione aveva depositato la propria proposta a fine maggio. La commissione Ambiente voterà sul testo nel gennaio 2019. Ed entro due anni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ue i Paesi membri dovranno recepire la direttiva. Nella misura rientrano anche gli imballaggi per alimenti pronti (qui su Buone Notizie la storia della designer che ricicla la plastica). 
L’Ue vuole anche «tassare» i produttori di plastica con una «applicazione rafforzata del principio inquini-paghi», ha spiegato l’Europarlamento. In particolare ciò riguarderà l’industria del tabacco, per coprire i costi della raccolta e del riciclo dei filtri delle sigarette, vera piaga per l’ambiente: costituiscono il secondo prodotto monouso in plastica per consumo nell’Ue. L’Ue stabilisce inoltre un obiettivo del 25 per cento di contenuto riciclato nella fabbricazione delle bottiglie entro il 2025, del 30 per cento entro il 2030. La Commissione fa anche presente che la direttiva presenta «vantaggi ambientali ed economici», permetterà per esempio di «evitare l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di equivalente Co2», ma anche di far «risparmiare 6,5 miliardi di euro» ai consumatori (ecco il reperto di plastica che racconta chi siamo). 
«Gli europei sono consapevoli che i rifiuti plastici costituiscono un enorme problema e l’Ue nel suo insieme ha dato prova di grande coraggio nell'affrontarlo, rendendosi riferimento nella gestione degli scarti plastici marini», ha dichiarato il primo vice presidente della Commissione, Frans Timmermans, citato in una nota. La Commissione presenta la direttiva come «lo strumento giuridico più ambizioso al mondo in materia di rifiuti marini» (la plastica inquina anche se non si vede). 

Parzialmente soddisfatta dell’accordo Greenpeace, che sottolinea però come ci sia ancora molto da fare. «Arriva un segnale importante dall'Europa per contrastare l’inquinamento da plastica nei mari del Pianeta. Tuttavia le misure concordate, come la riduzione a monte della produzione di alcuni imballaggi e contenitori in plastica monouso, non rispondono pienamente alla gravità dell’inquinamento dei nostri mari», si legge in una nota. In particolare, spiega Giuseppe Ungherese, responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia, «quello lanciato dall'Unione europea è un segnale importante che risponde alle richieste e alle preoccupazioni di migliaia di cittadini. Ancora, però, si è lontani da una vera soluzione. Non introducendo misure vincolanti per gli Stati membri per ridurre il consumo di contenitori per alimenti, e ritardando di quattro anni l’obbligo di raccogliere separatamente il 90 per cento delle bottiglie in plastica, l’Europa regala così alle grandi multinazionali la possibilità di fare ancora enormi profitti con la plastica usa e getta a scapito del Pianeta».
Fonte: www.corriere.it

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