martedì 25 agosto 2015

Fiumicino, nell'epoca di selfie e whatsapp viaggiano 3 milioni di cartoline al giorno

Nell’epoca dei selfie e di whatsapp non manca chi dalle vacanze continua a inviare cartoline e lettere scritte a mano. “Non come prima, ma i numeri sono comunque adeguati” garantisce Giuseppe Mazzaraco, responsabile dei servizi tecnici del CMP, Centro di smistamento postale di Fiumicino. E' da lì, a due passi dalle piste del "Leonardo da Vinci", che transita tutta la posta destinata a Roma ed al centro Italia. Gli invii commerciali, quindi le stampe, sono lavorate invece al centro postale della Romanina.

Certo, il nostro lavoro risente di una certa stagionalità: d’inverno, specie sotto Natale, è più forte la componente della corrispondenza massiva, quella delle aziende e quella degli auguri, letterine di Natale dei bambini incluse. In estate, invece, si lavora ancora molto con le cartoline e i biglietti di saluto”.
Il CMP, balzato agli onori della cronaca per le due buste di proiettili inviate al sindaco Ignazio Marino e intercettate dagli impiegati postali di Fiumicino, non chiude mai per ferie. I 1.150 addetti alla palazzina dal cuore tecnologico a ridosso dello scalo, lavorano ogni giorno circa 90 tonnellate di corrispondenza, della quale quasi la metà destinata ai 16 centri di distribuzione in cui è divisa Roma. L’automazione dei processi copre il 70% dei volumi gestiti dal CMP di Fiumicino e consente che ciascuno dei portalettere assegnati alle 1.271 zone dislocate nella città riceva il suo pacco giornaliero ben confezionato e pronto da recapitare. Si tratta di un miracolo di velocità con circa 38mila pezzi l’ora di lavorato.

Merito dei macchinari e dei lettori ottici collegati se i tre milioni di lettere e cartoline quotidianamente viaggiano velocemente all'interno del fabbricato di Fiumicino verso il destinatario. Non sempre, però, le cose vanno per il meglio: colpa del mittente, infatti, se circa 90mila pezzi al giorno devono essere passati alla decodifica sul monitor degli operatori per cercare di capire indirizzo e codice di avviamento postale. “Tutto ciò che non riesce a leggere il meccanizzato viene fotografato e inviato al nostro reparto – spiega Ernesto Di Mario, responsabile del servizio di Videcodifica – Una cinquantina di addetti suddivisi in tre turni diurni, attraverso l’ingrandimento elettronico trasmesso sullo schermo ha il compito di comprendere l’indirizzo e reimmettere nel circuito meccanizzato quella lettera o quella cartolina”.

E quando l’elettronica non aiuta, interviene il fattore umano. Nel caso di Roma si chiama Franco Troiano e da 15 anni smista manualmente la corrispondenza impossibile ovvero quelle lettere scritte a mano con calligrafia incerta o prive di elementi determinanti per raggiungere il destinatario. E’ una specie di google maps perché ricorda a memoria larga parte delle 30mila strade e piazze in cui è suddivisa Roma. “Quando l’indirizzo è scritto a penna con calligrafia incerta – spiega – intervengo io assegnando la corrispondenza alla zona giusta, integrandola con il codice di avviamento giusto. Quante lettere ho fatto arrivare a destinazione? Beh, almeno un milione l’anno che fanno 15 milioni da quando sono qui”.
Fonte: Il Messaggero

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