Sembra una conseguenza inevitabile delle riforme: gli utenti finiscono per spendere di più.
Una regola a cui non sfugge nemmeno la modifica delle vecchissime norme sul condominio. Una voce di spesa che appare destinata ad aumentare è quella per l'amministratore. Il progetto di dare vita a un albo professionale è stato abbandonato, ma le responsabilità di chi gestisce un edificio sono tali da tagliar fuori i dopolavoristi. Tra vecchie norme non abrogate e nuove prescrizioni emergono sette compiti dell'amministratore (GUARDA IL GRAFICO):
1) eseguire le delibere dell'assemblea, convocarla annualmente per il rendiconto e curare l'osservanza del regolamento di condominio, irrogando le sanzioni a chi lo viola;
2) disciplinare l'uso delle cose comuni;
3) riscuotere i contributi ed erogare le spese occorrenti alla manutenzione, perseguendo in tempi stretti i comportamenti, sempre più diffusi, dei condomini morosi;
4) eseguire gli adempimenti fiscali per pagare dipendenti (il custode) e fornitori;
5) curare la tenuta dei registri condominiali e conservare tutta la documentazione sulla gestione;
6) fornire l'attestazione relativa allo stato dei pagamenti e delle eventuali liti in corso;
7) redigere il rendiconto annuale di gestione e convocare l'assemblea per l'approvazione entro 180 giorni.
Considerando il cumulo di incombenze la riforma ha introdotto la possibilità di nominare una società e non una persona fisica. A una società costituita ad hoc per la nuova legge, Manager Immobiliari, è dovuto il sondaggio sulla conoscenza della riforma che presentiamo in questa pagina.
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