lunedì 18 luglio 2011

Ticket, in ospedale: da oggi si paga.

Da oggi, 18/07/2011, scattano i primi ticket di 10 € sulle prestazioni sanitarie specialistiche.
«Impossibile evitarli. Non lo possono fare le Regioni virtuose, figuriamoci noi, che siamo soggetti a Piano di rientro dal deficit», si giustifica la governatrice del Lazio, Renata Polverini. Nessuno, dunque, potrà evitare l'arrivo dei ticket previsti dalla manovra appena approvata dal Parlamento, anche se Polverini si è riservata di valutare a breve la situazione con i suoi tecnici. 
Da oggi, quindi, si pagherà per le prestazioni specialistiche (10 €), in una regione come il Lazio dove i cittadini già pagano per ricorsi impropri al pronto soccorso (25 € per i cosiddetti «codici bianchi»). Sono esenti dal ticket alcune categorie fragili (bambini, disoccupati, pensionati sociali e al minimo, invalidi e malati cronici e rari che, appunto, non pagheranno). La Polverini si dice preoccupata: «Chi sentirà fortemente l'iniquità di questa misura sono proprio i cittadini a minor reddito».
RISCHIO CAOS - Si paga dunque, ma i sistemi sono ancora impreparati per la riscossione dell'aumento delle nuove tariffe previste sui ticket per le prestazioni specialistiche e diagnostiche.
Caos e introiti bassi per i pagamenti in Pronto Soccorso, per i quali è prevista una stretta sui controlli. Nel Lazio le disposizioni sui ticket, introdotte dalla manovra del governo, sono ancora un rebus. L'aumento di 10 euro sulle visite specialistiche e diagnostiche è subito in vigore, ma la Asp-Laziosanità non ha ancora avuto nessuna disposizione per intervenire sul sistema informatico e"ritoccare"  i pagamenti. Lo stesso presidente della Regione Lazio ha sottolineato che «in questo momento il cittadino deve pagarlo». Ma, in merito alle modalità organizzative sui nuovi pagamenti, negli ospedali la situazione è ancora di incertezza. «Per i 10 euro ci aspettiamo che i sistemi informativi regionali verranno aggiornati subito per consentire il pagamento del ticket maggiorato - ha spiegato il direttore sanitario dell'ospedale San Filippo di Roma, Lorenzo Sommella - Le tariffe infatti si leggono sul pc allo sportello ed è un calcolo automatico già impostato per prestazioni. Al San Filippo la riscossione avviene in contanti o con bancomat».
CODICI BIANCHI DIMEZZATI- Dal 2006, anno in cui nel Lazio è stato introdotto il pagamento, ad oggi il numero dei codici bianchi al Pronto soccorso è quasi dimezzato passando dal 14 all'8 %. È quanto emerge secondo alcuni dati in possesso dei Dea della capitale. Sempre secondo le cifre, sono aumentati i codici verdi, per i quali invece non è previsto il pagamento del ticket. In assenza di una direttiva regionale, ogni singolo Dea dei Pronto Soccorso gestisce il pagamento autonomamente. Alcuni ospedali consegnano il bollettino del conto corrente da pagare, altri un modulo da compilare, in altri si chiede di rivolgersi al Cup o all'ufficio informazioni. A quanto si apprende da ambienti sanitari, finora la maggior parte delle Asl del Lazio non è in condizione di dichiarare qual è, in termini economici, lo stato delle entrate dovute ai codici bianchi. Dai bilanci delle Aziende Sanitarie, dunque, non risulterebbe pervenuta l'entrata effettiva dei ticket dei codici bianchi. 
SOSPENSIONE DI 15 GIORNI - «Invito la presidente Polverini a rimandare di almeno 15 giorni, l'entrata in vigore della nuova tassa cosi come ha deciso la Toscana» esorta il capogruppo Pd al Consiglio regionale del Lazio Esterino Montino. «Non c'è spazio per altri ticket nella sanità del Lazio. Il vaso è pieno, anzi è tracimato da tempo. Se verranno applicati quelli imposti dal governo, il sistema sanitario pubblico sarebbe destinato solo alle categorie sociali più deboli - sostiene Montino - Il resto, cioè tutti quei cittadini che pagano e non sono esenti da ticket, di fatto verrebbe appaltato alla sanità privata. Oggi il ticket per una tac, è già altissimo, pari a circa 50 euro, e lo stesso vale per la risonanza magnetica. Con tariffe simili o solo leggermente superiori - aggiunge Montino - si può ottenere lo stesso esame in una qualsiasi struttura privata, ma senza liste di attesa».

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