giovedì 18 febbraio 2016

Roma, debito ancora da record: 13,6 miliardi di euro di voragine

Doccia fredda per chi sperava in un allentamento della tassazione locale all'ombra del Campidoglio. Il debito pregresso della Capitale è infatti fermo a quota 13,6 miliardi nonostante i tagli e i sacrifici imposti ai contribuenti. Si tratta della voragine creata prima del 2008 con mutui e prestiti contratti nel tempo per investimenti sulla città, ma in alcuni casi anche per mandare avanti la macchina amministrativa e in parte per finanziare costosissimi espropri, come quello delle aree per realizzare lo Sdo di Pietralata, progetto però mai realizzato. La cifra - come ha anticipato il quotidiano Il Messaggero - è stata certificata da Silvia Scozzese, ex assessore al Bilancio della giunta Marino (andò via sbattendo la porta) e adesso Commissario straordinario di governo per il Piano di rientro che deve monitorare e gestire la situazione ancora di piena emergenza.
I contributi dal governo
I romani dovranno quindi continuare a pagare l’addizionale Irpef record fissata al tetto massimo dello 0,9 per mille (di cui lo 0,5 va al comune mentre lo 0,4 genera la rata annuale da 200 milioni versata per fronteggiare i debiti), in un quadro comunque di scarse disponibilità finanziarie per la macchina pubblica. La sostenibilità dei conti del Campidoglio peraltro è garantita solo dal contributo annuale straordinario di 500 milioni di euro all'anno del Governo alla gestione commissariale, a cui si aggiungono i 110 milioni stanziati per sostenere gli extra-costi legati al ruolo di Capitale. Una situazione drammatica perché - come osservano dal Palazzo Senatorio - «tecnicamente il Comune di Roma sarebbe fallito». Peraltro le erogazioni del Governo sono subordinate a un piano triennale di revisione dei costi approvato nel 2014 per riportare in equilibrio le casse capitoline.
I nuovi tagli
In questo quadro non solo non c’è spazio per l’allentamento della fiscalità locale (che peraltro è gravata anche dalle aliquote maggiorate della Regione Lazio), ma è ridottissimo lo spazio per i nuovi investimenti , anche se una boccata d’ossigeno potrebbe arrivare qualora Roma dovesse ottenere la candidatura ai Giochi olimpici del 2024. Intanto però i sacrifici diventeranno ancora più stringenti: il prefetto Francesco Paolo Tronca è infatti impegnato nella definizione del bilancio 2016 nel quale dovrebbero essere inseriti altri 180 milioni di tagli, partendo però da una situazione già disastrata.
Fonte: Corriere.roma.it

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