"A partire dalle ore 19.00 dell’8 e fino alle ore 07.00 del 11 novembre
sulla viabilità ordinaria e a partire dalle ore 22.00 dell’8 e fino alle
ore 06.00 del 11 novembre sulla viabilità autostradale" tutti i
distributori di benzina rimarranno chiusi, ad eccezione degli impianti
situati nelle zone colpite dalle alluvioni di questi gironi. I benzinai
incroceranno infatti le braccia per ben 3 giorni, i primi che fanno
parte di un pacchetto di 15 giorni di sciopero, che si attuerà nel corso
dei prossimi tre mesi. A confermare lo sciopero dei benzinai è il
Coordinamento Nazionale Unitario di Faib Confesercenti e Fegica Cisl,
che spiega come tale decisione si è resa inevitabile non avendo ricevuto
"risposte tangibili, oltre le promesse allo stato fumose", nemmeno dopo
l'incontro del 4 novembre scorso tenuto presso il MISE con il
Sottosegretario Saglia. Nessuna risposta "né rispetto alla riforma della
distribuzione carburanti tesa ad aumentare competitività ed efficienza
del sistema, per abbattere sensibilmente i prezzi dei carburanti -
spiega una nota - né rispetto alla soppressione nel provvedimento di
deduzione forfetaria che riconosceva alla categoria il ruolo di
sostituto di imposta, nell'incassare e riversare nelle casse dello
Stato, a proprie spese e a costo della stessa incolumità personale,
circa 38 miliardi di euro all’anno tra accise ed IVA"
(http://is.gd/GUhtwK). "In segno di solidarietà alle popolazioni colpite
dal violento nubifragio" lo sciopero è stato invece sospeso "nelle zone
colpite dalle alluvioni e in quelle limitrofe", come richiesto dai
Presidenti Faib della Toscana, Andrea Stefanelli e della Liguria, Aldo
Datteri. La Figisc-Confcommercio spiega che la giornata di martedì sarà
comunque quella decisiva per capire se lo sciopero dei benzinai verrà
attuato o meno, rendendo noto che il Ministero per lo sviluppo economico
ha infine convocato le parti "sulla vertenza bonus fiscale". Il
presidente nazionale della Figisc, Luca Squeri, spiega infatti: "Al
Ministero abbiamo espresso l’irrinunciabilità al provvedimento che, in
caso di mancato rinnovo, costringerebbe alla chiusura migliaia di
piccole gestioni, mettendo sul lastrico le imprese, le loro famiglie ed i
loro dipendenti" concludendo che "il Ministero ha annunciato la sua
disponibilità a comprendere le nostre ragioni ed a predisporre ipotesi
di soluzione, che saranno oggetto di valutazione definitiva tra le parti
nella giornata di martedì 8 novembre". In una nota del 20 ottobre
scorso, quando fu annunciata l'intenzione di attuare un pacchetto di 15
giorni di sciopero, la Divisione Rete FederPetroli Italia fa sapere
invece di dissociarsi, a causa del "difficile passaggio per l'economia
mondiale ed in prevalenza nel nostro paese", da "manifestazioni,
scioperi e stati di agitazione che coinvolgeranno l'Italia nei prossimi
giorni" pur "condividendo pienamente le pretese e i diritti dei Gestori
(impianti di carburante)". La Divisione Rete FederPetroli Italia
sottolinea che "l'insistente attacco alle compagnie petrolifere e al
Governo non risolve alcun problema e le proteste o altro tipo di disagio
pubblico non portano a nessun risultato" spiegando che sarebbe invece
"necessario un dialogo tra le parti che consenta il raggiungimento degli
obiettivi prefissati"
Fonte: Mainfatti.it
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