venerdì 28 febbraio 2020

Metro B chiusa alle 21, stop dal 2 marzo al 6 agosto: parte la seconda fase dei lavori

Sarà una primavera ed una estate 2020 di passione per gli utenti della Metro B. La tratta Castro Petrorio - Laurentina, in entrambi i sensi di marcia, dal 2 marzo al 6 agosto non sarà attiva dalle 21 in poi. La chiusura serale anticipata sarà propedeutica alla realizzazione della nuova stazione Fori Imperiali della Metro C

Metro B chiusa dalle 21: date e orari
Atac, come successe per la prima fase dei lavori, attiverà quindi, dalle 21 alle 23 (venerdì e sabato fino alle 1:30), i bus navetta sostituivi MB. Il servizio sostitutivo dei bus segue lo stesso orario della linea B della metropolitana. La tratta Castro Pretorio-Rebibbia e Castro Pretorio-Jonio resterà regolare. 

Metro B: chiusa i week end da marzo a luglio
Non solo. Nei fine settimana, da marzo a luglio, la tratta Castro Pretorio - Laurentina sarà chiusa per le intere giornate di sabato e domenica con le navette bus MB attive dalle 5:30 di sabato fino alle 01:30, e la domenica dalle 5:30 alle 23:30. I week end di stop, quindi, saranno il 14/15 e il 21/22 marzo; il 18/19 aprile; il 2/3, il 9/10 e il 23/24 maggio; il 6/7 e il 27/28 giugno; il 25/26 luglio. 

Il 4 e 5 aprile, il 1 maggio, dall'11 al 21 giugno, e il 4, 5, 11, 12, 18 e 19 luglio, il servizio della linea B sarà regolare sull'intera tratta Laurentina - Rebibbia/Jonio. 

Notizie utili per chi si sposta lungo il percorso della metro B
Il servizio sostitutivo dei bus sulla tratta Castro Pretorio-Laurentina segue lo stesso orario della linea B della metropolitana.  
I dettagli delle fermate dei bus sostitutivi sono sul sito di Atac. Possono essere raggiunte anche seguendo le indicazioni dei calpestabili stradali che guidano, passo passo, dalla stazione alla fermata del bus.

Come per la prima parte dei lavori, nei giorni festivi, per la pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali, il servizio dei bus sostitutivi segue percorsi alternativi.

Oltre alla navetta MB, sono numerose le opzioni, fa sapere Atac, per chi normalmente utilizza la metro B. La tratta Laurentina-Eur Magliana è servita anche dalla linea bus 31 mentre la tratta  Eur Fermi-Eur Magliana anche dalle linee 771 e 780. Poi, dall' Eur, si può raggiungere direttamente Termini o il Centro con le linee 714 e 30.

Le stazioni Piramide, San Paolo ed Eur Magliana continueranno ad essere servite dalla ferrovia regionale Roma-Lido, mentre la tratta Piramide-Castro Pretorio è servita anche dalla linea 75 che effettua capolinea in piazza Indipendenza.

Per raggiungere direttamente la metro A senza passare da Termini si può utilizzare anche il tram 3 da Piramide, Circo Massimo e Colosseo per le stazioni Manzoni e San Giovanni. La linea tram 3 può essere utilizzata anche da Piramide, Circo Massimo e Colosseo per raggiungere la stazione metro B Policlinico da dove è attiva la metro B. Tra Piramide e Tiburtina, con lo stesso biglietto valido in metro possono essere utilizzati i treni delle ferrovie regionali FL.
Fonte: Romatoday.it

mercoledì 26 febbraio 2020

Contravvenzioni, dal 1° marzo la gestione passa ad Aequa Roma

Dal 1° marzo 2020 la gestione degli sportelli contravvenzioni passa ad Æqua Roma S.p.A e il pubblico sarà ricevuto, previa prenotazione, nella sede di via Ostiense 131T. Qui si potranno effettuare tutte le operazioni e tutte le procedure: informazioni su verbali di accertamento di sanzioni amministrative e cartelle di pagamento, presentazione ricorsi contro verbali degli ausiliari del traffico, modelli per la decurtazione dei punti patente, richieste di discarico di cartelle di pagamento, richiesta notizie su procedimenti sanzionatori; e le richieste di copia di verbali, notifiche, rilievi fotografici.

La prenotazione degli appuntamenti si fa online: si accede al sito www.aequaroma.it , si fa clic su “Esci dalla Fila Prenota l’appuntamento”, si inseriscono codice fiscale e numero dell’atto ricevuto. Gli sportelli di Æqua Roma S.p.A., in materia di contravvenzioni, ricevono dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e il giovedì dalle 9 alle 16.

Tutte le informazioni utili sono qui nel nostro portale, tra i servizi online, partendo da questa scheda. Idem per la possibilità di visualizzare e consultare tutte le contravvenzioni e gli atti correlati (notifiche, immagini ecc.).
Fonte: comune.roma.it

Coronavirus, tra divieti nelle zone rosse e telelavoro ecco cosa contiene il decreto del governo

Dopo l'approvazione all'unanimità ieri in commissione Affari sociali, oggi alla Camera verrà esaminato e approvato in serata il decreto legge del governo n.6 del 23 febbraio 2020 contenente "misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19", il nome scelto dall'Oms per indicare il coronavirus.

Rispetto al testo originario, il provvedimento è passato in commissione con piccole modifiche introdotte da emendamenti del relatore Marialucia Lorefice (M5s) concordati con il governo. Il primo riguarda i militari impegnati nell'assicurare l'esecuzione delle misure sul coronavirus, ai quali è attribuita la qualifica di agenti di pubblica sicurezza. È stato approvato inoltre anche un emendamento dei deputati delle Autonomie per fare salve le competenze delle Regioni a statuto speciale e delle province autonome.

Ecco in sintesi gli altri provvedimenti contenuti nel testo e nei decreti attuativi ad esso collegati.

Isolamento delle zone rosse
Per le aree interessate dal contagio sono previsti il divieto di allontanamento e di accesso, la sospensione di manifestazioni di qualsiasi tipo, la chiusura di scuole e università e dei musei, la quarantena per chi ha avuto contatti stretti con casi confermati di malattia, la chiusura delle attività commerciali escluso quelle per l'acquisto di beni di prima necessità, la chiusura o limitazione degli uffici pubblici, la sospensione  delle  attività  lavorative  per  le  imprese,  a esclusione di quelle che erogano servizi  essenziali  e  di  pubblica utilità  e  di  quelle  che  possono  essere  svolte  in   modalità domiciliare.

Smart working
Il lavoro agile o smart working diventa applicabile, "in via automatica" fino al 15 marzo nelle regioni oggi interessate dai contagi.

Stop alle competizioni sportive nelle zone rosse
Eventi e competizioni sportive di ogni ordine e disciplina sono sospesi in luoghi pubblici e privati in tutti i comuni luogo di contagio. Resta consentito lo svolgimento di eventi e partite, nonché allenamenti, a porte chiuse nei comuni diversi da quelli della zona rossa del contagio.

Gite scolastiche sospese e giustificazioni
Fino al 15 marzo nelle scuole di ogni ordine e grado di tutta Italia sono sospese le gite scolastiche, le visite culturali, i progetti di scambio e di gemellaggi. Il decreto stabilisce inoltre che le assenze degli studenti superiori ai 5 giorni vadano giustificate. Oggi, invece, in molte regioni è previsto che si possa tornare a scuola oltre i 5 giorni di assenza senza portare il certificato: fino al 15 marzo questa disposizione viene sospesa e servirà il certificato medico. È prevista anche l'attivazione della didattica a distanza nelle zone dove siano state chiuse scuole e università. Inoltre si prevede che le assenze maturate dagli studenti "non siano computate ai fini della eventuale ammissione a esami finali nonché ai fini delle relative valutazioni".

Evento musei gratis sospeso
L'iniziativa "Domenica al museo" prevista per domenica 1° marzo, che prevedeva in tutta Italia l'ingresso gratuito nei musei, parchi archeologici e altri luoghi della cultura dello Stato, è sospesa su tutto il territorio nazionale.

Stop agli esami per la patente
In Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna sospesi anche gli esami per la patente di guida negli uffici della Motorizzazione civile di 14 province (Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Milano, Padova, Parma, Pavia, Piacenza, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza).

I decreti economici in arrivo
Come annunciato ieri sera dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri sono in arrivo, inoltre, altri due decreti che saranno varati per far fronte ai contraccolpi economici: uno per la zona rossa, che arriverà venerdì, e uno entro una decina di giorni per il sostegno all'intera economia, dalle imprese al turismo.
Fonte: https://www.repubblica.it/politica

martedì 25 febbraio 2020

Coronavirus, ospedale mobile allo Spallanzani: ampliata area osservazione e triage

Un presidio sanitario mobile montato nella notte da 50 volontari specializzati della Protezione Civile. L'Istituto Spallanzani di Roma, nel bollettino medico, annuncia l'ingrandimento del polo ospedaliero.

"Onde potenziare il percorso di accettazione dei casi sospetti di infezione da nuovo coronavirus, si è provveduto ad ampliare, con l'ausilio della Protezione Civile Regionale, l'area di prima osservazione e triage, continuando a garantire così la massima protezione per gli operatori ed i cittadini", spiega lo Spallazani. 

Ad oggi, sono stati valutati, nell'accettazione dell'Istituto 128 pazienti. Di questi, 83, risultati negativi al test, sono stati dimessi. Quarantacinque sono i pazienti tutt'ora ricoverati.

"Tutti i test di ricerca del nuovo coronavirus effettuati finora sono risultati negativi, ad eccezione della signora cinese che è in procinto di essere trasferita in degenza ordinaria essendo le sue condizioni cliniche in netto miglioramento", si legge nel bollettino.

Per quanto riguarda le condizione di salute del marito della signora cinese, già negativo al virus nei giorni scorsi, è "tuttora ricoverato in regime ordinario e prosegue il previsto piano di riabilitazione", precisa il bollettino dello Spallanzani.
Fonte: Romatoday.it

lunedì 24 febbraio 2020

Coronavirus, smart working applicabile subito: non servono accordi lavoratori azienda


Lavoro agile subito, senza tutti gli adempimenti previsti dalla legge. Lo stabilisce uno dei decreti attuativi del dl 23 febbraio 2020 n. 6 (misure urgenti sul coronavirus), appena pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. "Ci sono aziende che erano pronte da tempo con accordi sullo smart working. - spiega Mariano Corso, responsabile dell'Osservatorio sullo Smart Working del Politecnico di Milano - Per tutte le altre, ci sono tempi tecnici piuttosto lunghi, bisogna sottoscrivere un accordo individuale, l’azienda è  tenuta a fare informativa sulla sicurezza comunicazione a ministero del Lavoro e all’Inail. Così come è accaduto a Torino per l'alluvione o a Genova per il crollo del ponte, invece adesso le aziende possono attuarlo immediatamente, in modo da non rimanere ferme".

L'Italia si avvia dunque a seguire le orme della Cina, dove da settimane è in atto quello che è stato definito "il più grande esperimento di smartworking mai messo in atto", milioni di lavoratori costretti a casa per la quarantena obbligatoria stabilita dal governo per tutti i cittadini, per contenere la diffusione del coronavirus, al lavoro con telefono e computer. Persino le scuole si sono organizzate in questo modo, dalle elementari al liceo. Con numeri diversi, vista la differenza della popolazione (oltre un miliardo i cinesi, 60 milioni gli italiani) l'Italia da oggi può seguire seguire la stessa strada sull'onda della stessa emergenza sanitaria: le Regioni maggiormente colpite dal contagio hanno chiesto alle aziende di limitare al minimo gli spostamenti e a fare uso il più possibile del telelavoro, e le aziende si stanno adeguando.



Di regola per l'avvio del lavoro agile occorre, secondo la legge 81/2017, un accordo individuale lavoratore-aziende, che specifichi nel dettaglio tempi e modi di utilizzo degli strumenti che permettono di lavorare da remoto, e cioè pc portatili, tablet e smartphone. La legge garantisce ai lavoratori agili parità di trattamento economico e normativo rispetto ai loro colleghi che eseguono la prestazione con modalità ordinarie. È, quindi, prevista la loro tutela in caso di infortuni e malattie professionali. Quest'accordo va poi registrato sul portale del ministero del Lavoro

Certo, non tutte le imprese sono in grado di partire dall'oggi al domani, ma chi lo è, in questo momento è fortemente avvantaggiato, rileva Corso: "Già oggi le grandi multinazionali, gruppi come Unicredit e Generali stanno lavorando a pieno ritmo, nonostante gli uffici siano chiusi. Hanno percentuali di lavoratori attrezzati per il lavoro agile del 60-70%, e un'organizzazione corrispondente. Chi invece non è attrezzato avrà maggiori difficoltà, e magari se sarà costretto a organizzarsi nel giro di pochi giorni avrà anche un calo della produttività, che di regola con lo smart working invece sale anche del 15-20%, perché si lavora per obiettivi. Ma è comunque meglio che stare fermi, costringendo anche i lavoratori a farlo".

Impensabile invece per ora avviare lezioni a distanza di scuole e università, come invece sta accadendo in questi giorni in Cina. Anche se ci sono già realtà che operano in modalità a distanza: "I nostri corsi qui al  Politecnico, che sarebbero dovuti partire stamattina, sono stati rinviati da una settimana. Ma la School of Management invece ha portato gran parte della formazione su piattaforma digitale, per cui molto si svolge già in modalità smart learning: io la settimana scorsa ho avuto due aule in contemporanea, e non ho mai incontrato gli studenti".

Attualmente, secondo i dati dell'Osservatorio del Polimi, opera in smart working il 58% delle grandi imprese, si tratta di 570.000 lavoratori. Tra il 2018 e il 2019 c'è stata una crescita del 20%. Lo spazio di crescita è molto maggiore: "Noi stimiamo che cinque milioni di lavoratori in Italia potrebbero adottare lo smart working. Molti di loro lavorano in aziende di piccole e medie dimensioni. Ci sono anche pubbliche amministrazioni: a Torino il Catasto ha avviato con successo il progetto di edilizia agile, che ha permesso di ampliare gli orari di apertura e di avere una maggiore produttività. E ci sono anche attività che non si pensa possano essere svolte in modalità agile, come la manutenzione: lo ha fatto per esempio la ABB di Genova, che prima mandava i propri dipendenti in Uganda e invece adesso, dopo aver lavorato sui processi con le nuove tecnologie, può intervenire a distanza".

Insomma l'emergenza rappresenta una grande sfida anche sotto il profilo dell'evoluzione del lavoro: se lo smart working si affermasse come una buona soluzione per superare le difficoltà temporanee, significherebbe anche poter dare maggiore spazio in futuro a modelli di organizzazione che prediligono la flessibilità, con maggiori vantaggi competitivi dell'azienda e benefici "collaterali", da quelli sulla vita personale dei dipendenti a quelli sul traffico cittadino e più in generale sull'ambiente.
Fonte: https://www.repubblica.it/economia

Coronavirus, caso sospetto ad Ostia: 54enne con polmonite allo Spallanzani. L'assessore: "Nessun allarmismo"

Nel giorno in cui in Lombardia e in Veneto il Coronavirus è diventato un'emergenza e in cui a Roma è stata annunciata la guarigione di uno dei tre pazienti positivi, ha creato apprensione il sospetto caso di una 54enne di Ostia a cui è stata riscontrata polmonite, come causa di uno stato febbrile. Ieri un medico di turno del Grassi di Ostia ha chiesto l'intervento di un'ambulanza in bio-contenimento per il trasporto allo Spallanzani della donna che, nel pomeriggio, si era recata al Grassi per la presenza di uno stato febbrile. La 54enne dovrà essere sottoposta agli accertamenti del caso

L'attivazione del caso è avvenuta secondo protocollo perché la paziente ha dichiarato di essere entrata in contatto con un bambino cinese rientrato dalla Cina con la nonna e che da due settimane presenta patologie respiratorie. 

Tanto è bastato, nelle ore in cui in Lombardia si scatenava l'emergenza Coronavirus, per seminare il panico anche nel Lazio. Ad invitare alla calma l’assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato che spiega: "Sul presunto caso di Ostia rientra in normali controlli e dalle prime valutazioni mediche sembra non aver alcun tipo di correlazione con il nuovo Covid-19. In via precauzionale verranno comunque effettuati tutti i test. Non bisogna creare allarmismo e un sovraccarico della rete dell’emergenza. Abbiamo un sistema di sorveglianza efficace, capillare e attivo h24".
Fonte: RomaToday.it

venerdì 21 febbraio 2020

Roma: da lunedì 24 febbraio chiusa Via del Mare

A Roma il dipartimento Sviluppo infrastrutture e Manutenzione urbana procederà alla esecuzione di una campagna di sondaggi geo-gnostici “al fine di individuare gli interventi da realizzare per la messa in sicurezza del versante della via del Mare interessato da sgrottamento”. Lo fa sapere una nota del Comune.

Per la realizzazione dei lavori, con decorrenza dal 24 febbraio al 14 marzo, limitatamente dalle 9.30 alle 16, verrà istituita una provvisoria disciplina di traffico sulla via del Mare dall'altezza del km 16,700 fino all'altezza dello svincolo direzione Acilia, con transito alternato regolato a mezzo semafori mobili o movieri e limite di velocità di 30 km/h.

La misura viabilistica adottata, non altrimenti sostituibile- dice ancora il comunicato- potrà comportare significative ripercussioni di traffico in relazione alle quali la Polizia locale X Gruppo Mare assicurerà, per quanto possibile, adeguate misure di monitoraggio ed eventuale assistenza”.
Fonte: https://www.romadailynews.it

Lunedì 24 febbraio sciopero a Roma: a rischio bus, metro e ferrovie

Torna a Roma l’incubo dello sciopero dei mezzi pubblici. Lunedì 24 febbraio trasporto pubblico a rischio per due scioperi di 24 ore.
L’agitazione proclamata dal sindacato Fast Slm interesserà la rete Atac: bus, tram, metropolitane, ferrovie Termini-Centocelle, Roma-Civitacastellana-Viterbo e Roma-Lido.
Il servizio sarà comunque regolare fino alle 8.30 e dalle 17 alle 20. Sempre lunedì 24 febbraio uno sciopero di 24 ore, indetto dal sindacato Usb, interesserà anche le linee periferiche gestite dalla Roma Tpl.
Anche in questo caso il servizio sara’ regolare fino alle 8.30 e dalle 17 alle 20.
Fonte: https://www.romadailynews.it

venerdì 14 febbraio 2020

A seguito del crollo di intonato dal soffitto della palestra del Liceo Statale "Democrito" di CasalPaolocco (Roma), avvenuto in data odierna, si comunica la chiusura della suddetta fino a nuova disposizione.
Di seguito la Circolare della scuola.
Fonte: www.liceodemocrito.edu.it

martedì 11 febbraio 2020

Ostia, via al carnevale del Mare di Roma

Presentato il 07 febbraio in Campidoglio il cartellone degli eventi della seconda edizione del Carnevale del Mare di Roma.

Come ha avuto modo di spiegare la Presidente del Municipio X Giuliana di Pillo, “A Carnevale ogni Quartiere vale” è qualcosa di più di una manifestazione. 

“Perché- ha affermato Di Pillo - tutti gli eventi che avranno luogo in questo periodo, sono frutto di un lavoro di mesi, un lavoro partecipativo nato in Commissione Turismo grazie al lavoro della Presidente Sabrina D’Alessio che ha saputo coinvolgere Associazioni e Comitati di Quartiere, Scuole e singoli cittadini approntando un calendario ricco che riporta al Mare di  Roma, una tradizione a lungo accantonata”.

Il via ufficiale alle iniziative, è stato dato al Parco Paolo Orlando, al Lido Centro. E non a caso è stato scelto questo luogo che per anni è stato il ritrovo naturale delle mascherine. Il parco è stato recentemente riaperto dopo anni.

“A Carnevale ogni Quartiere vale” anche quest’anno ha un tema: “Aria, Acqua, Terra e fuoco” e, dopo il successo dello scorso anno, è certo che la fantasia di quanti in questi giorni, in queste ore, stanno lavorando, contribuirà alla riuscita della manifestazione.

Manifestazione che avrà il culmine con la sfilata in maschera che avrà luogo sabato 22 febbraio ad Acilia nella zona di Valle Porcina dove ci saranno anche momenti di intrattenimento con la conduzione di Carlo Senes.

“A Carnevale ogni Quartiere vale”, vuol dire anche il recupero di vecchie tradizioni e quindi spazio anche al gioco della  “pentolaccia”, balli in maschera.
Fonte: Ostiatoday.it

lunedì 10 febbraio 2020

Rc auto familiare in vigore il 16 febbraio, ma pochi sanno cos’è

È una misura che consentirà grossi risparmi a milioni di italiani: la prima vera riforma dopo oltre un decennio, cioè da quando è stata approvata la legge Bersani (dal momento che la tariffa unica per guidatori virtuosi è ancora un progetto dal futuro molto incerto). Eppure in pochi hanno capito esattamente cosa sia l’rc auto familiare, la misura inserita nel decreto fiscale che, di fatto, estenderà la classe di merito più vantaggiosa in famiglia anche a veicoli di diverse categorie come gli scooter.

Secondo un’indagine dell’istituto mUp Research commissionata da Facile.it sono circa cinque milioni e mezzo gli italiani che dichiarano di non aver capito in cosa consista la riforma. L’indagine è stata condotta a gennaio su un campione rappresentativo della popolazione italiana e questo ha consentito, a Facile.it, di proporzionare la percentuale di chi ha partecipato al sondaggio sul totale della popolazione.

L’rc auto familiare si applica potenzialmente a tutti i nuclei familiari. In prima battuta, a quelli che già possiedono due veicoli di categorie diverse (l’esempio più frequente: un’auto e una moto o scooter) e che secondo l’indagine mUp Research sono circa tre milioni. Ma potrà ottenerla chiunque acquisterà un veicolo, di qualsiasi categoria, dal 16 febbraio 2020 in poi. La misura, infatti, era stata posticipata dal decreto Milleproroghe.

Quasi la metà di chi ha risposto al sondaggio - il 46,9%, pari a circa otto milioni di famiglie - ha affermato che non potrà aderire al nuovo sistema. Soprattutto perché in famiglia c’è un solo veicolo (30,6%, pari a 5,2 milioni, ma al Sud si sale 38,3%).

C’è però un indicatore che potrebbe far ben sperare le aziende del settore automotive: il 5,6% delle famiglie intervistate (al centro si arriva al 6,3%) sta valutando l’acquisto di un nuovo veicolo - a due o quattro ruote - proprio in virtù dei risparmi che la nuova legge renderà possibili. Mentre circa 2,8 milioni di famiglie (16,3% dei rispondenti) il problema non si pone nemmeno perché tutti i membri si trovano già in prima classe di merito. L’altra condizione per poter usufruire dell’rc auto familiare è quella di non aver causato un sinistro con colpa nei precedenti cinque anni.
Fonte: https://www.repubblica.it/economia/diritti-e-consumi

venerdì 7 febbraio 2020

Cyberbullismo, nella piazza virtuale il bullo non conosce orari

Il 7 febbraio è la Giornata Nazionale contro il bullismo. Un momento importante, che chiede ancora una volta di sensibilizzare tutti all'empatia, ossia alla capacità di entrare in contatto con il sentire dell’altro affinché diventi ingrediente essenziale del rispetto per l’altro. I numeri del bullismo e del cyberbullismo, nonostante le leggi in materia abbiano aiutato parecchio a contrastare i due fenomeni, devono ancora tenere alta la nostra attenzione. In Italia, tre studenti su cinque sono vittime di violenze o minacce, secondo quanto illustrato dall’Istat nel corso di un’audizione presso la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Più del 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni riferisce di essere stato vittima di un episodio offensivo, non rispettoso o violento, negli ultimi dodici mesi. Il 20% di loro ha detto di aver subito atti di bullismo una o più volte al mese. Più di tutti, sono colpite le ragazze.

Ma che cos'è il bullismo e perché nonostante quanto si stia facendo non si riesce ancora ad arginare del tutto il fenomeno? È un atto di esclusione dalla società di una persona in particolare. Si basa su tre aspetti importanti: intenzionalità, durata, e asimmetria nella relazione. Aspetti che indicano che si può riversare la propria aggressività su qualcun altro perché secondo il bullo è magro, grasso, alto, basso, bello, brutto, intelligente, stupido, ha oggetti o abiti che hanno tutti o che non ha nessuno, ha una famiglia con minori capacità economiche e ogni tipo di altra motivazione che può generare una vessazione e una ripetizione della sua presa in giro. Il bullismo si manifesta in un luogo pubblico, in un’aula, nel cortile della scuola, in un locale, o in una piazza a titolo di esempio. E quando il bullo agisce, un passo più indietro di lui, ha sempre una corte di spettatori e di sostenitori.

Il cyerbullismo che, sempre secondo i dati Istat, colpisce il 22,2% di tutte le vittima di bullismo, ha una piazza più ampia rispetto a quella che hanno i bulli fuori dalla rete. Si può attuare e perpetrare 24/24 ore, si espande a macchia d’olio nelle chat, sui social o sugli altri canali che i ragazzi hanno a disposizione. A volte, purtroppo, concludendosi con epiloghi drammatici, come ci hanno raccontato le cronache. Non di rado, il cyberbullo si comporta così perché è stato vittima di bullismo a sua volta. Bulli e cyberbulli possono avere avuto un’educazione molto permissiva e non hanno il senso del confine, oppure al contrario possono essere cresciuti all'interno di una famiglia molto rigida e riversare la loro aggressività sui compagni, gli amici, o i conoscenti.

A volte, sono anche gli adulti che si comportano come bulli: pensiamo a che messaggio riceve un figlio che vede il genitore sempre parcheggiare in doppia fila, ostacolando l’uscita di un’altra macchina, o che lo sente prendere in giro qualcuno per come si veste, o per ciò che dice. O ancora, vantarsi di avere escluso qualcuno da una chat perché gli stava antipatico per questa o per quell’altra ragione.

Sono esempi, naturalmente. E potrebbero continuare a lungo. Ai grandi, il suggerimento è quello di prestare attenzione ai cambiamenti dei figli, conoscere i loro amici, perché capita spesso che si confidino con loro, invitare i ragazzi a non avere paura di raccontare i loro timori. Non facciamo l’errore di minimizzare mai quello che ci raccontano i figli con frasi tipo: “Non farci caso, o cosa vuoi che sia?!”. Poi, denunciamo agli Organi competenti, questa è la prima cosa da fare. Non giudichiamo i ragazzi, discutiamo dei comportamenti che hanno adottato o subito. Lavoriamo sull'empatia, chiedendo loro: “Come ti fanno sentire le parole che ti ha detto tizio?”, “Tu cosa hai fatto?”. Aiutiamo anche il bullo, che a sua volta è vittima anche lui della sua insicurezza che esprime attraverso l’aggressività: lavoriamo sulle sue debolezze. Sicuramente ne ha tante. La parola può fare molto per contrastare bullismo e cyberbullismo. Usiamola bene.
Fonte: https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca

martedì 4 febbraio 2020

Autovelox: multa illegittima se la strada non ha banchina

L’autovelox è uno degli strumenti più utilizzati per controllare la velocità dei veicoli e multare quelli che eccedono i limiti, tanto in città quanto fuori. L’uso degli autovelox è disciplinato dal Codice della Strada, che stabilisce dove e come può essere utilizzato questo strumento, nonché le procedure che regolano la taratura degli strumenti e la possibilità che funzionino senza il presidio degli agenti preposti. Proprio tra le procedure, c’è un cavillo che va tenuto in debita considerazione quando l’autovelox viene installato su una strada principale urbana oppure su una strada secondaria extraurbana. Il Prefetto può autorizzare l’uso dei dispositivi di rilevazione della velocità dei veicoli – anche senza la presenza degli agenti, con la contestazione differita del verbale che viene spedito a casa – solo sulle strade urbane principali e su quelle urbane secondarie. Questo tipo di arterie deve essere dotato di banchina – larga almeno un metro – oppure di piazzole di sosta. Se non ne è dotato, la multa elevata tramite autovelox è da considerarsi illegittima. Proprio sulla base di tali argomentazioni, il giudice di pace di Firenze ha dichiarato nulla una contravvenzione per eccesso di velocità con la sentenza 1988/18.

Un autovelox può essere installato solo su strade urbane a scorrimento e strade extraurbane secondarie 

LE STRADE INTERESSATE

Per capire le ragioni della sentenza bisogna precisare a quale tipo di strade si riferisce: strada urbana a scorrimento e strada extraurbana secondaria. Quest’ultima è tale in presenza di una strada ad unica carreggiata, con almeno una corsia per senso di marcia e banchine laterali, quest’ultime con larghezza minima di un metro. Una strada urbana a scorrimento, invece, per il Codice della Strada è una strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, ciascuna con almeno due corsie di marcia ed una eventuale corsia riservata ai mezzi pubblici. Deve essere dotata di una banchina pavimentata a destra e di marciapiedi, con le eventuali intersezioni a raso semaforizzate. Per la sosta sono previste apposite aree o fasce laterali esterne alla carreggiata, entrambe con immissioni ed uscite concentrate.
Fonte: https://www.gazzetta.it/motori

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