lunedì 28 novembre 2011

Nuovo ponte per Fiumicino, ancora blocchi; lavori fermi

Il posto dove dovrebbe sorgere il nuovo ponte
Gli imminenti lavori per il nuovo ponte "della Scafa" - un investimento pubblico da 25,5 milioni di euro, per un’opera lunga 285 metri, larga 20 metri, con due corsie per ogni senso di marcia e alta 18 metri - sono stati bloccati da alcuni intoppi. Quelli di cui venerdì 25 ha parlato il sindaco Alemanno all’assemblea romana dei costruttori (Acer) dicendo che «abbiamo fatto i salti mortali per realizzare il ponte della Scafa, ora siamo fermi da diversi mesi perchè è stata trovata una nave romana. Stanno là a contemplarsela da mesi, per fare cosa?» si è chiesto il sindaco davanti alla platea degli imprenditori. La risposta che si è dato è stata piuttosto provocatoria. Eccola: «Portarla in un museo dove mi pare ci siano altre 14 navi romane, che peraltro nessuno visita».
I saggi archeologici condotti sull’area che dovrebbe ospitare il viadotto e le strade d’accesso stanno in effetti portando alla luce numerosi resti. Ci sono gli scafi di due navi ritrovate nei pressi di via della Scafa (zona Isola Sacra) e addirittura i reperti che secondo la Soprintendenza indicherebbero la presenza di un porto (zona Tor Boacciana, non lontano dal multiplex Cineland) dalle dimensioni minori di quelli monumentali di Claudio e Traiano, a circa tre chilometri di distanza, dei quali sarebbe stato in qualche modo complementare. Inevitabilmente i ritrovamenti ritardano il via al nuovo ponte. Ma Alemanno scuote la testa.
 "Ma è possibile che ogni volta che noi troviamo ogni qualsiasi reperto diventa un elemento di contenzioso infinito e interminabile? – ha detto, accendendo l’entusiasmo dell’Acer - Per cui vanno avanti per mesi con ricerche archeologiche sempre più assurde e complicate? Prendiamo atto che ci siano alcune presenze ma distinguiamo i grandi ritrovamenti e diamo una svolta. Credo che dal governo debbano arrivare tempi certi per affrontare i contenziosi e l'aspetto di ritrovamenti di beni archeologici. È necessaria una nuova normativa che metta insieme il problema delle opere pubbliche, dei sondaggi archeologici e del contenzioso. Non è possibile - ha concluso - che qualsiasi opera di edilizia o urbanistica, anche se di somma urgenza, venga sempre bloccata da lentezze burocratiche e contenziosi a carattere archeologico».

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