martedì 20 luglio 2010

Due terreni in cambio di un metrò. Al Comune il "Corridoio Colombo"

L'emergenza traffico e la fame di trasporto aguzzano l'ingegno. Se poi il Comune di Roma in nove mesi non è riuscito ad andare oltre un libro dei sogni chiamato Piano per la Mobilità, arrivano in soccorso i privati.
Il progetto è a costo zero. La realizzazione è a costo zero. Ecco il Corridoio Colombo, il primo vero metrò leggero che decongestionare la zona sud di Roma, ormai al limite del collasso.
Il progetto firmato dall'Associazione Foedus, dall'Unione Romana Ingegneri e Architetti, insieme al Gruppo Ambiente e alla società Link è di fatto un regalo che viene fatto al Comune di Roma, povero di idee realizzabili perché poverissimo di fondi. L'idea è semplice: barattare una serie di terreni per finanziare un metrò leggero che dovrebbe unire ciò che il traffico quotidiano separa: l'aeroporto Leonardo da Vinci, la Fiera di Roma, e l'entroterra di Ostia con l'Eur e quindi con la metro B per arrivare direttamente nel cuore della città con un unico interscambio.
Vediamo qualche numero. Alle oltre 4000 mila auto che nell'ora di punta di ammassano sulla via Cristoforo Colombo in entrata/uscita alla città, il Corridoio Colombo offrirebbe una capacità di trasporto di circa 10 mila passeggeri l'ora e quindi darebbe una risposta concreta all'esigenza di mobilità di un quadrante cittadino “rovente”. Se qualcuno ha dubbi, può trasformarsi in pendolare per un giorno e tentare di arrivare da Casalpalocco/Infernetto al centro. Nel progetto di base  il people mover, cioé il metrò su monorotaia sospesa e interrata, correrebbe su un asse simmetrico alla ferrovia Roma Lido, col vantaggio di raggiungere alcune zone non toccate, come il Leonardo Da Vinci, la nuova Fiera di Roma, Acilia e La Madonnetta, per “atterrare” in prossimità della Nuvola di Fuksas, il nuovo centro congressi in via di ultimazione e senza un sistema di trasporto per servire i congressisti. In totale il Corridoio Colombo avrebbe 15 fermate lungo un percorso di 25 chilometri.
E verrebbe realizzato a costo zero, così come il progetto che ieri è stato presentato/regalato all'attonito assessore alla Mobilità Sergio Marchi, il quale ha accettato di buon grado una lectio magistralis sulle infrastrutture di trasporto.
Il segreto del gratis è la solita nenia romana. Secondo i progettisti (per l'Uria il presidente Giancarlo Sapio, per il Gruppo Ambiente Sergio Baldini) basterà valorizzare i terreni lungo l'asse del metrò per poter finanziare il costo dell'opera. Niente Comune, niente Cipe e niente tasse aggiuntive. Al Comune, semmai, spetterà l'onere della gestione o la gara per l'assegnazione. A pagare il lavoro dovrebbero essere una serie di aree trasformate in centralità urbane ove ospitare uffici pubblici decentrati per almeno 12 mila persone. I terreni da sbloccare sono sostanzialmente due: l'area di proprietà della Provincia nella zona di Vigna Murata e quella di proprietà della Confcommercio di fronte alla vecchia Fiera di Roma, accanto alla sede della Giunta regionale del Lazio. Per la prima volta si parla chiaro: valorizzare aree preziose per finanziare opere di mobilità. L'esatto contrario di quanto fatto sinora e che è all'origine del traffico caos.
Per l'onorevole Mario Baccini, presidente della Fondazione Foedus e grande sponsor dell'opera, “il  progetto Corridoio Colombo è a costo zero per l'Ente, ma è di grande valore per la collettività fornendo servizi aggiuntivi ed indispensabili per la mobilità dei cittadini del quadrante sud di Roma. Il corridoio colombo è dunque una scelta culturale perché sostiene le politiche di sviluppo verso il litorale che è una delle principali risorse economiche e occupazionali per Roma, ma anche per tutto il Lazio".
Fonte: Affari Italiani del 20/07/2010

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