lunedì 5 dicembre 2016

Referendum, no a valanga anche a Roma

Referendum a Roma | Raggi | Risultati | Commenti

La valanga del no con due sole eccezioni, il I e il II municipio. Come accaduto il 19 giugno scorso sono i due territori del centro della Capitale ad addolcire l'amara pillola della sconfitta dei partiti di governo.

I NUMERI - I numeri sono però abbastanza chiari. Al ballottaggio, lo scorso 19 giugno, Virginia Raggi trionfò con il 67,15 contro il 32,85 di Roberto Giachetti. Al I turno, l'area riferibile al sì del 4 dicembre si fermò 24,87. Ieri il no si è attestato al 59.42% contro il 40.58%. Un recupero, certo, ma senza quel crollo atteso da più parti, forse anche all'interno dei pentastellati.

Il dato è in linea con i numeri nazionali e la resistenza del M5s viene confermata, se non accentuata, nei municipi. Le uniche eccezioni, come il 19 giugno scorso, sono il I e il II municipio. Qui vince il sì rispettivamente con 50.54% e i 52.42%. Semaforo rosso per la riforma costituzionale, invece, in tutti gli altri territori. 

La vittoria più netta nel VI municipio, lì dove l'affluenza è stata la più bassa: il no alle Torri ha sfondato il 70%. Un dato da leggere con la crisi che il Pd ha attraversato in quel municipio, dove è arrivato a sfiduciare l'ex minisindaco Marco Scipioni, finendo punito già al primo turno delle amministrative, quando non guadagnò neanche il ballottaggio. No sopra quota 60% anche nel IV, V, X, XI e XIV municipio. Nel resto delle circoscrizioni il risultato è al di sotto del dato nazionale, ma comunque lontano dagli smottamenti vaticinati da qualcuno. 

Respirano ed esultano molti consiglieri comunali. Il clima, negli ultimi giorni, si era fatto pesante. Da questa notte, secondo quanto trapela, c'è ancora più convinzione che la strada intrapresa sia quella giusta. "La vittoria ci rende più compatti", racconta a microfoni spenti una consigliera a Cinque Stelle. "Ora più che mai siamo con Virginia". Una linea che sembra quasi dettata dalla sindaca che su twitter scrive: "Hanno vinto gli italiani. Ora ricostruiamo il Paese. La nostra rivoluzione non si ferma, a Roma e in Italia".

Non cita Roma invece il presidente dell'Aula Giulio Cesare Marcello De Vito che analizza il voto su facebook guardando all'ambito nazionale: "Guardiamo con attenzione all'operato del presidente Mattarella. Non vogliamo più vedere governicchi, governetti ed ineletti vari. Basta. Abbiamo un potenziale straordinario di intelligenze, cultura, arte, valori morali e sociali. Vogliamo metterlo in campo e sfruttarlo appieno. Vogliamo che i cittadini possano scegliersi il loro Governo. Esattamente come hanno fatto ieri. Straordinari italiani". 

GLI SCENARI - Prima del voto c'era la certezza diffusa che, comunque finisse, da oggi 5 dicembre ci sarebbe stata una sorta di resa dei conti per la sindaca, con l'anticipo del tagliando annunciato da tempo da Beppe Grillo. Al momento, in queste ore, non sembra essere però questa la priorità. 

Tuttavia il ragionamento di tanti, neanche tanto nascosto, è che ora più che mai i fari di tutti saranno puntati su Roma e sulla capacità di governo del M5S. Negli ambienti grillini in Parlamento, non è un segreto, manca la fiducia nella prima cittadina. Inversione di rotta (e quindi appoggio incondizionato, magari con l'innesto di uomini di fiducia imposti da Grillo) o redde rationem finale delle faide a cinque stelle? Nei prossimi giorni la verità. Tornano però alla mente le parole della senatrice Paola Taverna, "prima cade meglio è", riferite dal Senatore leghista Centinaio. Il referendum e la gioia per la vittoria avranno cambiato quest'idea?
Fonte: Romatoday.it

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