lunedì 22 agosto 2011

Ostia: cadavere sotto il telo tra l'indifferenza dei bagnanti

È rimasto per ore sotto l'ombrellone, sulla spiaggia di Ostia. Coperto da un telo verde, guardato a vista da tre poliziotti. Tutt'attorno, la gente non si è mossa dai lettini. Ha continuato a prendere il sole, a chiacchierare, a commentare quello che era successo. In molti hanno perfino fatto il bagno a pochi metri da quel lenzuolo che proteggeva dagli sguardi il corpo senza vita di Nicola Bangi, 67 anni: si era tuffato, si è sentito male - forse a causa del caldo torrido o di una congestione - e nessuno era riuscito a salvarlo.
Mentre la moglie e la figlia del sessantenne, testimoni della tragedia, erano state appena accompagnate in ospedale, sotto choc, la vita tra ombrelloni e sdraio è andata avanti come se nulla fosse. Gli agenti, accorsi inutilmente insieme agli infermieri di un'ambulanza, controllano la situazione in attesa dell'arrivo della Mortuaria. Ma loro, i pendolari della domenica in cerca di un po' di fresco lontani dalla canicola della città, rimangono lì a guardare la risacca, a leggere, a discutere. Mentre passano i minuti, le ore. E il corpo di Bangi è a pochi metri da loro.
E' stato uno dei bagnini in servizio sulla spiaggia libera attrezzata del lungomare Duca degli Abruzzi il primo a tuffarsi per soccorrere il sessantenne in difficoltà, che era già scomparso sott'acqua. È stato lui a raggiungerlo e a trascinarlo a riva. «Ha avuto un malore mentre faceva il bagno ed è morto per annegamento», spiegano gli investigatori, che ora vogliono ricostruire l'accaduto. Ma quei poliziotti accanto al corpo immobile, freddo, non hanno nulla da ricostruire: quella scena della spiaggia piena di vita è ben impressa nelle loro menti.
Sembra proprio che ormai l'indifferenza regni sovrana di fronte a qualsiasi questione anche rispetto la morte....

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